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mercoledì 31 ottobre 2012

Le specie aliene.

Uno dei problemi che stiamo affrontando in questo momento in Italia e nel mondo è quello delle specie aliene: molte pratiche di commercio illegale oppure di liberazioni illegali o addirittura di introduzioni fatte senza competenza, liberano ogni anno specie alloctone nel nostro territorio che danneggiano la fauna autoctona. Testuggine dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans), Gambusia (Gambusia affinis), Nutria (Myocastor coypus), Gambero killer (Procambarus clarkii) sono alcune delle specie aliene che stanno distruggendo le specie autoctone italiane, per non parlare dei danni all'ambiente come per esempio ha fatto la nutria da quando è stata introdotta negli anni '20 per quanto riguarda gli argini dei fiumi.
Un esempio del danno che possono fare specie alloctone è dato dal Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) introdotto dai britannici in Australia a fine '800 per vizi venatori. Con assenza di predatori il coniglio si diffuse in maniera esponenziale, generando milioni e milioni di generazioni (da una coppia di conigli in 3 anni possono nascere 3 milioni di discendenti in assenza di predatori). Questa colonizzazione portò dei danni ingenti all'ambiente (distruzione campi coltivabili e pascoli) e alle specie locali come per esempio il Ratto canguro (Aepyprymnus rufescens) che veniva sfrattato letteralmente dalle proprie tane e reso più vulnerabile ai predatori.
Come prima soluzione si cercò di ampliare l'esercizio venatorio, ma senza risultati, nonostante la caccia i roditori continuavano a moltiplicarsi; successivamente si provò con la Volpe (Vulpes vulpes), che insieme ai gatti portati sempre dai britannici avrebbe dovuto predare i conigli, ma anche questa soluzione andò a scapito del ratto canguro, preferito dai due carnivori perchè preda più facile e meno dispendiosa; addirittura la volpe raddoppiò i danni perchè dopo i ratti canguri andò a cacciare molti uccelli insettivori che si cibavano di invertebrati nocivi a molte piante australiane come l'Eucalipto (Eucalyptus sp.): quest'ultimo danno andò a scapito anche dei Koala (Phascolarctos cinereus), incolpato per la perdita sostanziale di specie di eucalipto, le cui foglie sono il cibo del simpatico orsetto che fu preso a fucilate e decimato (in questi anni furono aperte numerose oasi di protezione per i koala). Fu provato di tutto, l'ultima trovata quella più efficace venne dal Sud America, un virus che stava decimando le popolazioni sudamericane di coniglio selvatico, quindi si penso di importarlo il Australia per infettare alcuni esemplari che avrebbero dovuto diffondere l'epidemia.
Nei primi anni funzionò, infatti la popolazione di coniglio australiana ne risentì parecchio, poi però (un buon parassita non stermina mai il proprio ospite) si creò un equilibrio e ad oggi ancora i conigli non sono stati estirpati dall'Australia.
Questo esempio deve fare da monito per tutti coloro che illegalmente o senza competenza immettono nel nostro territorio specie aliene, già molte hanno danneggiato notevolmente molte zone di alta biodiversità italiana, però molto ancora si può evitare.
Foto di http://www.agraria.org/; Coniglio selvatico

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