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mercoledì 29 maggio 2013

Tre nuovi scrigni per il WWF

Grazie alla Campagna raccolta fondi dell'anno scorso ( in occasione della Giornata delle Oasi WWF 2012), sono stati raggiunti tre importantissimi obiettivi: due nuove Oasi e un'importante riqualificazione.
Cominciamo dall'Oasi WWF Le Cesine, zona umida costiera e storica Oasi del WWF in Puglia (ZPS e Sic) confinante con la duna e la spiaggia demaniale.
La parte demaniale non era in gestione al WWF, ma dopo averne denunciato il degrado, l'associazione ambientale ha deciso di intervenire in prima persona; le correnti e le mareggiate hanno depositato ingenti quantità di rifiuti di ogni tipo che poi, grazie al vento, hanno raggiunto gli spazi retrodunali fino al cuore dell'Oasi WWF. Grazie alla campagna Oasi 2012 è stato possibile bonificare almeno 5 km del litorale colpito da questo fenomeno: ora l'area ha riacquistato la sua naturalità, anche se il rischio di nuove ondate di rifiuti è alto.
Passando ad un'altra zona, circa quaranta ettari di macchia mediterranea a pochi km da Roma è diventata una nuova Oasi WWF nominata "Oasi Bosco Foce dell'Arrone" ed inaugurata nel 2012 nel lungomare tra Fregene e Maccarese (Fiumicino); sempre grazie alla raccolta fondi in occasione della Giornata delle Oasi WWF 2012 è stato possibile conservare questo scrigno di biodiversità, che forma insieme alle vicine Oasi WWF di Macchiagrande e Vasche di Maccarese un'importante rete ecologica sul territorio della Riserva Naturale Litorale Romano. Questa zona è stata salvata dal degrado e dalla cementificazione: oggi rappresenta un patrimonio naturalistico importante e cioè l'habitat naturale per molte specie di uccelli migratori, testuggini, volpi e istrici. L'area è, inoltre, attraversata da sentieri con pannelli e strutture didattiche per saperne di più sulla natura dell'Oasi e dei suoi abitanti.
Un'altra nuova Oasi è stata realizzata in Sardegna: l'Oasi WWF di Scivu; riuscire a proteggere uno dei tratti costieri più belli del Mediterraneo è stato possibile grazie all'aiuto e alla disponibilità della famiglia Atzedi, proprietaria dell'area: l'Oasi comprende circa 200 ettari, nel comune di Arbus, ma il progetto prevede un ampliamento a 600. Dopo la campagna iniziale, le attività sono proseguite nel cercare di definire i rapporti con la proprietà e nell'allacciare le relazioni con i soggetti istituzionali coinvolti per realizzare i primi piani di gestione; la costruzione dell'Oasi è ancora in corso, ma tanto è già stato fatto: in particolare due interventi di bonifica dei rifiuti tra le dune e la spiaggia; sono stati individuati tracciati, già percorribili, da destinare a percorsi naturalistici; sono stati svolti alcuni interventi urgenti di presidio come lo sbarramento di alcune piste utilizzate dai fuoristrada; è stata realizzata la cartellonistica perimetrale e è stato già avviato un rapporto con la Direzione della confinante Colonia Penale.
Tre importanti interventi, dunque, sono stati realizzati dal WWF grazie al contributo di tutti coloro che hanno a cuore il nostro patrimonio naturale, con la speranza che anche la Giornata delle Oasi WWF 2013 abbia portato a qualcosa di altrettanto buono.

Animale curiosità: lo Svasso maggiore

L'animale curiosità di questa settimana è lo Svasso maggiore (Podiceps cristatus), un abitante dei laghi e delle paludi di tutta Europa e con una discreta presenza anche in Italia.
Fa parte della famiglia dei Podicipedidi ed è un maestoso uccello acquatico: lungo 46-51 cm e con un'apertura alare di 59-73 cm;  è una specie molto bella da osservare, possiede un piumaggio variopinto soprattutto sul capo, dove il maschio ha una sorta di cresta rosso mattone e nera, detta ciuffo, che viene eretta in caso di pericolo o in caso di dispute fra maschi in occasione della stagione degli amori. Il resto del piumaggio è composto da un viso bianco, capo nero e un collo lungo bianco in avanti e grigio sul retro, il colore del dorso è grigio con sfumature gialle sulle ali.
Lo Svasso maggiore frequenta i corsi d'acqua di tutta europa, in particolare grandi laghi, dalla Scandinavia settentrionale, all'Islanda, fino in Italia; sono uccelli migratori che svernano lungo le coste dell'Europa occidentale e meridionale, mentre in alcune zone come la Germania sono stanziali.
La loro alimentazione comprende pesce, girini, gamberetti, ragni ed insetti d'acqua che catturano con lunghe immersioni che possono durare anche un minuto.
Il momento più bello è quello delle dispute tra maschi per le femmine: il comportamento è chiamato "ballo del pinguino", proprio perché mettono in atto una vera e propria danza, la coppia di maschi che combatte si muove petto contro petto sull'acqua, scuotendo il capo e sbattendo i piedi, uno spettacolo davvero unico.
Il nido viene costruito sull'acqua con parti di piante galleggianti e in genere viene nascosto fra la vegetazione fitta dei canneti; vengono deposte dalle 3 alle 4 uova che si schiudono in 27-29 giorni, i pulcini che vengono al mondo sono nidifughi, ovvero lasciano il nido immediatamente, riuscendo a nuotare e ad immergersi come fanno gli adulti, non è raro vederli trasportati sul dorso da individui adulti.
La conservazione dello Svasso maggiore era stata presa come prioritaria dalla Royal Society for the protection of birds britannica: le piume di questi uccelli erano usate nella moda, pertanto gli esemplari venivano cacciati a dismisura; con molte battaglie l'associazione inglese riuscì a far sopravvivere la specie in Gran Bretagna dove oggi è molto diffusa.
Svasso maggiore; foto di http://www.natureconservationimaging.com

lunedì 27 maggio 2013

WWF ITALIA: oltre 45 anni di battaglie!!!

In Italia tutto è cominciato con le riunioni del Consiglio direttivo dell'appena nato WWF, le quali vertevano sulla possibilità di togliere un lago in Maremma ai cacciatori e agli abusi con la finalità di proteggere l'habitat e migliaia di uccelli migratori come anatre e folaghe. Tutto ciò nel lontano 1967, all'epoca una tale operazione costava circa 4 milioni di lire, ma nel WWF i soci erano 1.000 e la quota annuale appena 3.000 lire; la situazione era ardua perché si trattava di accoppiare ad un'attività di sensibilizzazione, denuncia, informazione, convegni e pubblicazioni, un'operazione concreta sul territorio, anche se molto costosa per il momento che attraversavano le casse dell'associazione. Tuttavia l'idea piacque agli allora soci, la somma fu reperita e fu creata proprio nel 1967 la prima Oasi WWF: il Lago di Burano (Grosseto).
Nel 1985, invece, una grande foresta sarda, rifugio degli ultimi Cervi sardi (Cervus elaphus corsicanus), fu messa in vendita. Anche qui la situazione fu difficile, perché in cassa c'erano soltato 100 milioni di lire, quando il valore del terreno si aggirava intorno al miliardo da versare, per altro, in sei mesi, l'alternativa? Consegnare la foresta in mano alla speculazione e alla distruzione; l'entusiasmo arrivò anche in questo caso, arrivarono donazioni da tutta Italia e i bambini di Panda Club raccolsero 250 milioni di lire vendendo francobolli chiudilettera da 500 lire. L'Oasi WWF di Monte Arcosu, oggi, è stata ampliata di altri 600 ettari, i cervi da 100 sono diventati 1000 e, inoltre, stazzi e ovili sono aperti al pubblico: turisti e scolaresche ogni anno portano il loro contributo per visitare l'oasi.
Nel corso degli anni sono state fatte altre operazioni simili un po' in tutta Italia, tant'è che oggi il WWF è una sorta di Parco Nazionale diffuso in tutto il paese per ben 35mila ettari: la quinta forza per quanto riguarda la conservazione e la gestione di aree protette. I risultati dell'opera del WWF in tutti questi anni sono ingenti: in Sardegna i cervi sardi sono arrivati a 7.000 capi e per di più sono stati reintrodotti in Corsica; la Lontra (Lutra lutra), ridotta a poche decine negli anni '70, è tornata a farsi vedere in molti fiumi e corsi d'acqua nel sud Italia, grazie alla creazione di Oasi completamente dedicate e progetti di reintroduzione e conservazione mirati; nelle paludi e nelle lagune, dopo che nel 1971 Italia Nostra e WWF ottennero il blocco delle bonifiche, decine di specie di uccelli migratori sono tornati a farsi vedere nel nostro paese: fenicotteri, avocette, aironi bianchi maggiori, cormorani, cavalieri d'Italia ecc.
Purtroppo oggi a causa della crisi economica tutta l'opera del WWF inizia a dare segni di fatica, come tutte le attività del resto: se c'è da tagliare qualche contributo di Ministeri, la scelta di Regioni e Province è sempre la stessa. Come se non bastasse anche un sacco di eventi disturbano il lavoro dell'associazione: atti vandalici, incendi, alluvioni, andamenti climatici e calo di ingressi per la crisi (anche se questi coprono una piccola parte dei costi). Tutto ciò compromette l'ambiente e le strutture di visita, pertanto molti tesori di biodiversità come le orchidee, oppure animali come le salamandre, le tartarughe marine e i falchi pellegrini oggi sono in forte sofferenza.

sabato 25 maggio 2013

Vittoria WWF sulla caccia (dal comunicato stampa del WWF Toscana)


LA CORTE COSTITUZIONALE DA’ RAGIONE AGLI AMBIENTALISTI
WWF, LIPU, ENPA, LAC, LAV, Legambiente, Animalisti Italiani

IL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE DOVRA’ ESSERE DELIBERA ANNUALE
E NON PIU’ LEGGE DI DURATA PLURIENNALE

UNA SVOLTA PER LA GESTIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA IN TOSCANA

Ci sono voluti anni, ma alla fine è arrivata la conferma che avevamo ragione. La Corte Costituzionale con sentenza numero 90 del 20 maggio 2013 ha infatti sancito che la legge regionale toscana sulla caccia è illegittima laddove prevede che il calendario venatorio sia approvato con legge di durata pluriennale piuttosto che con atto deliberativo annuale. Può sembrare differenza procedurale di poco conto, ma si tratta invece di differenza sostanziale e di grande importanza.

Approvare il calendario annualmente permette infatti di poter adeguare le scelte di gestione faunistica alle situazioni correnti e quindi di poterle adeguare puntualmente ad eventuali criticità che singole specie possono presentare nel loro status per varie motivazioni o a difficoltà della fauna nel suo complesso per motivi climatici.

Inoltre, e questo fu il motivo per cui la Regione ormai diversi anni fa intraprese lo strumento della legge regionale in sostituzione della precedente delibera, una legge non è assoggettabile a ricorso al TAR mentre una delibera lo è. La scelta dello strumento della legge fu a tutta evidenza dettata proprio dalla volontà della Regione di mettersi al riparo da possibili ricorsi delle Associazioni ambientaliste sui punti di contrasto fra norme regionali e norme sovraordinate (nazionali o europee), tutti sempre ovviamente a favore del mondo venatorio.

Per superare questa situazione WWF, LIPU, ENPA, LAC, LAV, Legambiente, Animalisti Italiani nel 2010 presentarono un ricorso al TAR sul calendario venatorio della Provincia di Firenze, chiedendo al TAR di voler da questo risalire al provvedimento ‘madre’ del calendario venatorio regionale e sollevare su questo un procedimento di valutazione di incostituzionalità.
Il TAR ritenne fondate le richieste delle Associazioni e propose la norma regionale toscana a valutazione da parte della Corte Costituzionale.

La Corte ha confermato che le Associazioni avevano ragione sia su questo punto sia su altri due punti (caccia agli ungulati su terreno innevato e per periodi diversi rispetto a quelli indicati dalla legge quadro; non necessità di utilizzo del tesserino venatorio nelle aziende agrituristico venatorie). Su questi due punti la Regione, nella convinzione di quale sarebbe stata la valutazione della Corte, aveva già modificato le norme precedenti. Adesso dovrà procedere anche alla modifica del Calendario venatorio da legge in delibera annuale.

Sarà un momento importante per una gestione dell’attività venatoria che possa essere anche in Toscana più trasparente e più rispettosa delle norme nazionali e internazionali.
Le Associazioni continueranno nella loro opera di controllo e pressione per ottenere il rispetto di tutte le norme di tutela della nostra fauna.

Firenze, 23 maggio 2013

                                                                                                          WWF SEZIONE TOSCANA

Foto di Giorgio Paesani (Capriolo fotografato presso l'Oasi WWF Palude di Bolgheri)


                                                                      

martedì 21 maggio 2013

Animale curiosità: l'Istrice

Questa settimana l'animale curiosità è un abitante del nostro ecosistema mediterraneo: l'Istrice (Hystrix cristata). Questa specie fa parte dell'ordine dei roditori ed è un rappresentante molto importante della fauna italiana; l'Istrice è lungo 60-80 cm e possiede una coda di circa 17 cm, il peso va dai 13 ai 30 kg a seconda dell'età o del sesso dell'individuo.
La caratteristica principale dell'Istrice è il pelo, setoloso e nerastro sul corpo, marroncino sulla testa con una mezzaluna bianca sulla coda; gli aculei che ha sul dorso altro non sono che peli modificati in armi per difendersi: sono lunghi 20 cm sul dorso e circa 35 sui fianchi, sono di colore bianco e nero. L'animale può drizzare i peli sul dorso grazie a particolari muscoli piloerettori e pellicciai; la credenza di molte persone è che l'Istrice possa sparare gli aculei, ma non è vero: spesso tendono a staccarsi per trafiggere l'animale ma non li scaglia, vengono persi a causa della grande potenza dei muscoli sopracitati e per il fatto che con il tempo si indebolisce la loro adesione al corpo. Sulla testa si possono notare dei peli molto lunghi e molto setolosi che possono sembrare aculei, ma non lo sono: è una tattica dell'animale per scoraggiare i nemici ad attaccarlo alla testa facendo sembrare i peli degli aculei.
L'Istrice è un animale schivo, si muove di notte alla ricerca di cibo (radici e tuberi prevalentemente che trova sottoterra grazie agli artigli poderosi che gli consentono di scavare buche molto profonde) e spesso evita i luoghi aperti quando c'è la luna piena proprio per evitare di essere visto. Durante il giorno dorme o si riposa all'interno di tane che scava egli stesso o che ruba ad altri animali (in Africa non sono rari i furti di tana all'Oritteropo). Durante l'inverno non va in letargo ma può rimanere chiuso nella sua tana per lunghi periodi se il clima dovesse farsi piuttosto rigido.
La stagione riproduttiva è limitata al periodo caldo e la gestazione della femmina dura circa 4 mesi, al termine della quale viene dato alla luce un solo cucciolo; quest'ultimo è molto precoce: dopo poco è in grado di vedere e di avere degli incisivi sviluppati, mentre per gli aculei è necessaria una settimana circa e già dopo il mese di età è completamente svezzato anche se per la maturità sessuale deve aspettare 2 anni. Le coppie sono monogame tanto che la femmina tollera il proprio compagno, mentre si dimostra molto aggressiva con maschi estranei.
L'areale di distribuzione comprende l'Italia, il Maghreb e l'Africa subsahariana; i fossili suggeriscono la presenza di questo animale nel territorio italiano già dal Pleistocene, pertanto cadono le credenze che volevano l'Istrice introdotto dai Romani. E' presente in quasi tutta la penisola, dalle propaggini meridionali di Lombardia e Veneto fino alla Calabria e sull'Isola d'Elba.
Per quanto riguarda il nome l'Istrice viene chiamato anche 'Porcospino': spesso questo nome viene usato erroneamente per il Riccio (non è un roditore ma un insettivoro), che è un animale completamente diverso, il reale porcospino è l'Istrice.
Istrice; foto di http://www.naturamediterraneo.com

lunedì 20 maggio 2013

Uccelli marini a rischio!!

Ancora una volta ci troviamo a scrivere sulla pessima situazione che vivono gli uccelli marini a causa della pesca intensiva.
Secondo uno studio di un biologo marino di BirdLife international, e diffuso in Italia da LIPU BirdLife Italia, si è appreso come siano deleterie le metodiche di pesca con reti a 'tramaglio': il numero degli individui morti a causa di questo sistema supera di gran lunga quello dovuto a pesca intensiva con palangari.
Purtroppo i metodi con palangari e reti a strascico sono stati studiati molto di più, riuscendo a trovare soluzioni, per quanto riguarda le reti a tramaglio la conoscenza non è stata ancora approfondita in modo esauriente. I tramagli sono reti fisse utilizzate in gran parte per la pesca costiera e realizzate in pregiato nylon che le rende invisibili; gli uccelli rimangono spesso impigliati alle reti, annegando in una lenta agonia.
Tra le specie più a rischio ci sono i pinguini di Humbolt, la moretta codona, la rarissima urietta mormoreggiata e uccelli più comuni come l'uria. Spesso nelle reti rimangono anche altre categorie di rappresentanti del mare come balene, delfini, squali, foche e tartarughe marine.
I livelli più elevati di catture sono stati riscontrati nel Mar Baltico dove si contano circa 76.000 uccelli marini uccisi ogni anno; altre aree geografiche dove si riscontrano cifre elevate sono i paesi del nord e nord-ovest dell'Oceano Pacifico, il sud dell'Oceano Atlantico, il Mar Mediterraneo, il Sud-Est Pacifico e le acque coreane e giapponesi.
Purtroppo, come scritto sopra, gli interventi e le ricerche sul miglioramento di queste metodiche di pesca sono state sporadiche, tuttavia BirdLife sta chiedendo misure vincolanti da includere nella Politica comune della pesca (Pcp) del Parlamento Europeo, l'obiettivo? Migliorare la raccolta dati e finanziare la ricerca al fine di trovare i modi migliori per evitare queste stragi.
Pinguini di Humbolt; foto di http://us.123rf.com

venerdì 17 maggio 2013

La Giornata delle Oasi WWF

Domenica 19 maggio sarà la Giornata delle Oasi WWF, momento importantissimo per l'Associazione ambientalista che nell'occasione aprirà tantissime Oasi in Italia.
In questa giornata ci saranno anche tantissime iniziative promosse dal WWF: da visite guidate, attività di educazione ambientale e tantissimi eventi all'aria aperta.
In provincia di Livorno ci sarà l'apertura a tutti dell'Oasi WWF Palude di Orti-Bottagone (vicino a Piombino), con la possibilità di visitare tutta l'area protetta: portando un binocolo è possibile fare avvistamenti di avifauna di palude dai capanni di osservazione dell'Oasi, inoltre sarà possibile visitare il piccolo orto botanico che è all'interno del percorso.
Per ulteriori informazioni vi rimando al sito del WWF Italia e del WWF Toscana, ai quali potete accedere tramite i link nella colonna a fianco.

La Settimana dei Parchi presso il Parco Naturale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli


L’Ente Parco Regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli è lieto di presentare la “Festa del Parco 2013”, che quest’anno si svolgerà dal 17 al 26 Maggio, con dieci giornate ricche di appuntamenti che intendono avvicinare comunità locali, turisti e tutti coloro che amano il Parco alle attività svolte nell’area protetta e alle peculiarità dei suoi habitat, della fauna e della flora.

In occasione della “Giornata europea dei Parchi”  promossa da EUROPARC (Federazione europea dei Parchi) il prossimo 24 maggio – l’Ente Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli organizza anche quest’anno la “Festa del Parco”: dieci giorni densi di eventi, manifestazioni, dibattiti, visite guidate, approfondimenti scientifici, attività di volontariato e iniziative di sensibilizzazione ambientale, animeranno a partire dal prossimo 17 maggio l’intero territorio dell’area protetta, che abbraccia complessivamente 24.000 ettari del territorio costiero delle province di Pisa e Lucca.
Una delle principali finalità della “Settimana del Parco” è quella di promuovere e far conoscere le diverse tenute e zone del Parco – da Tombolo a San Rossore, passando per Coltano, e ancora dalla Tenuta Borbone e Macchia Lucchese all’area del Massaciuccoli e del Padule Settentrionale, senza dimenticare l’area di Marina di Vecchiano e di Migliarino – non solo tra i numerosi turisti che affollano il territorio nella primavera e le comunità locali, proponendo molteplici occasioni per scoprire i sentieri e i percorsi meno noti del Parco, ma anche tra addetti ai lavori, esperti e volontari provenienti da tutta Italia.

Le iniziative della Festa del Parco includono:
  • momenti di approfondimento scientifico (17-18 maggiolaboratori scientifici all’interno della manifestazione “Terra Futura”, alla Fortezza da Basso a Firenze, presso lo­ stand del Progetto “DEMETRA”; 21 maggiopresentazione delle attività e delle ricerche in corso presso l’Osservatorio ornitologico “F. Caterini” all’interno della Tenuta di San Rossore; 22 maggio: “La Ricerca scientifica nel Parco”: presentazione delle attività di ricerca scientifica in corso di svolgimento nell’area protetta, dedicata agli aspetti ornitologici, presso l’Aula Savi dell’Orto Botanico Pisa);
  • visite guidate nei sentieri e in altri punti d’interesse dell’area protetta, concentrate soprattutto nei fine settimana, alla scoperta degli aspetti più particolari del Parco, con gite durante la giornata, al tramonto o all’alba, a piedi, in bicicletta, in trenino o in battello. (17 e 26 maggio: “Tramonto di San Rossore in trenino fino al mare”; 18 maggio: “I boschi di Marina di Pisa: foreste costiere nascoste allo sguardo”; 18 maggio: “Naturalmente in bici” a San Rossore; 18 e 25 maggio: escursione in battello a San Rossore con degustazione di prodotti tipici a bordo; 18, 19, 25 e 26 maggio: escursioni nelle Oasi WWF di Tirrenia e nella Riserva della Cornacchiaia; 18 maggio: “L’aperilago”: gita in battello al tramonto nell’Oasi LIPU di Massaciuccoli; 18 maggio: “Sulle tracce di… La vita segreta dei nostri spazi verdi”, presso il Centro visite Villa Borbone”; 19 maggio Visita guidata a piedi tra i boschi e le pinete nella Tenuta di San Rossore; 21 maggio: Visita in trenino all’Osservatorio ornitologico “F. Caterini”; 23 maggio: “Dal Parco alle Città e ritorno”, con workshop itinerante nella Villa Medicea di Coltano; 25 e 26 maggio: La fioritura dell’elicriso a Marina di Vecchiano”; 26 maggio: “Risveglio della palude: escursione in barca all’alba perbirdwatchers”, per vivere la magia del risveglio della palude nel lago di Massaciuccoli; 26 maggio: “Così vicini così diversi: il territorio naturale e quello modificato dall’uomo a San Piero a Grado”);
  • convegni, workshop e presentazione di libri (18 maggioA cavallo nei Parchi della Toscana”, con presentazione del progetto di ippovia nella Tenuta di San Rossore; 18 maggio: “Storia e territorio: il rapporto tra uomo e animale dalle origini alla modernità”; 20 maggio Presentazione del volume di Renzo Moschini “Parchi e politica”; 22 maggio: “Dal Parco alle Città e ritorno”, con presentazione della pubblicazione e tavola rotonda);
  • attività ludiche e di aggregazione sociale all’aria aperta (19 maggio: “Ecologia senza frontiere – Festa della biodiversità e della solidarietà sostenibile”, presso l’Oasi LIPU di Massaciuccoli; 19 e 26 maggio: “Battesimo del pony” a San Rossore; 26 maggio: “Festa del latte toscano”, in collaborazione con Mukki, presso la Tenuta di San Rossore; 19 e 26 maggio: “Pedalando da Migliarino al mare – Maggio Migliarinese”);
  • cena tipica con menù del Parco, ogni fine settimana (17-18-19 e 24-25-26 maggio) presso il Ristorante Poldino;
  • attività di educazione ambientale (20 e 21 maggio “Navi di Maggio” – Area Marina Protetta “Secche delle Meloria”; 24 maggio: Festa conclusiva delle scuole aderenti ai progetti di educazione ambientale promossi dall’Ente Parco in collaborazione con Legambiente Versilia, nei locali del Centro Visite Villa Borbone; 24 maggio: “Agricoltura Ambiente Prodotti Locali”, progetto didattico promosso dalla Provincia di Pisa presso l’Ippodromo di San Rossore);
  • attività di volontariato (24 e 25 maggio: Pulizia delle spiagge di San Rossore; 26 maggio: “Spiagge e fondali puliti 2013”, nella Riserva Naturale della Lecciona);
  • premiazione del Concorso Nazionale di Poesia e Prosa “Fazio degli Uberti” (25 maggio, presso la Tenuta di San Rossore).

Per ulteriori informazioni, è possibile consultare il programma di dettaglio sul sito web dell’Ente Parco, all’indirizzo http://bit.ly/festa-del-parco-2013-programma, o sulla pagina del Parco su Facebook all’indirizzo https://www.facebook.com/parcosanrossore.
(Articolo tratto dal comunicato stampa del Parco Naturale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli)

La Settimana dei Parchi presso il Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena



In occasione della "Settimana del Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena" prevista a partire da martedì 21 maggio, il Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena ha la possibilità, in collaborazione con la Confcommercio, di garantire  ospitalità scontata nelle strutture ricettive di La Maddalena per quanti parteciperanno alle attività previste e per i turisti che aderiranno alle manifestazioni in programma. Per poter disporre di suddette agevolazioni è indispensabile avere tempestivamente le generalità dei partecipanti che dovranno essere comunicate al seguente indirizzo email: settimanadelparco@lamaddalenapark.org
LA SETTIMANA DEL PARCO NAZIONALE DELL'ARCIPELAGO DI LA MADDALENA Una settimana di manifestazioni, dibattiti, visite guidate, appuntamenti eno-gastronomici, approfondimenti scientifici e momenti di formazione alla consapevolezza ecologica e all’educazione ambientale attraverso l’arte e la cultura locale per il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena in occasione della “Giornata europea dei Parchi” promossa dalla “Federazione europea dei Parchi – EUROPARC” a partire dal 21 maggio prossimo. Momenti attraverso i quali scoprire le valenze ambientali, culturali ed enogastronomiche offerte dall’Arcipelago di La Maddalena e dall’intero territorio gallurese. Un viaggio all’interno degli itinerari della natura e del gusto, alla scoperta del territorio attraverso gli aromi e i profumi del Parco: provando a coniugare i criteri della sostenibilità ambientale con i sapori della terra e del mare, recuperando i tempi, i luoghi e gli spazi della natura. Nel corso della settimana si alterneranno momenti di approfondimento scientifico relativi alle specificità della flora e della fauna presenti nell’Arcipelago, a iniziative all'area aperta dedicate allo sport: trekking lungo i sentieri del Parco, kayak e tour enogastronomici.
ARTE, PAESAGGIO E NATURA. La settimana sarà contraddistinta da diversi eventi e manifestazioni, alcune di carattere scientifico altre di carattere artistico e altri momenti più legati all'intrattenimento. LANDWORKS-SARDINIA Dieci giorni tra arte e paesaggio, sperimentazione e ideazione: un workshop operativo per la riqualificazione e la valorizzazione del paesaggio ambientale di territori con particolari caratteristiche storiche, antropologiche e paesaggistiche all’interno del Mediterraneo. Promosso dall’associazione Landworks Sardinia, la manifestazione è inserita quest’anno nell’ambito delle attività della settimana del Parco. Un momento di confronto e ideazione in ambito internazionale come stimolo e opportunità di crescita verso un turismo culturale di alto livello. Fondamentale nell’ambito dell’iniziativa risulta il coinvolgimento attivo delle associazioni locali e dei protagonisti del territorio per il potenziamento dei valori nascosti da scoprire e rielaborare legandoli a nuove prospettive di sviluppo a partire dalle radici storiche e culturali delle comunità.
Nel clima di fermento culturale che il Parco sta cercando di generare, favorendo un dialogo positivo che genera il rapporto con l’ambiente e le manifestazioni dell’arte, l’Ente gestore lancerà la “Biennale nazionale di arte enatura” che si terrà a settembre 2013. Una manifestazione che intende coinvolgere le più varie espressioni artistiche contemporanee nella promozione di esposizioni, esibizioni e performance all’interno dei luoghi simbolo (sentieri, spiagge, fortificazioni, piazze) dell’Arcipelago. L’obiettivo dell'iniziativa è quello di realizzare un evento che costituisca l’occasione per rinsaldare il senso di appartenenza alla natura, di rappresentare il territorio non solo come superficie ma quale “racconto”, un progetto articolato e ambizioso che vuole fondere natura e cultura in un Isola, quella di Caprera, già fortemente contraddistinta da questa magnifica miscellanea per arrivare, infine, a realizzare il progetto di isola museo , luogo dove il territorio è occasione di raccontare “storie di uomini e di natura”, come seppe fare nella pratica il suo più illustre abitante, Giuseppe Garibaldi.
RICERCA SCIENTIFICA:
Erpetofauna Anfibi e rettili ricoprono un ruolo chiave all’interno degli eco-sistemi delle regioni mediterranee dove costituiscono una buon parte della fauna vertebrata. Un viaggio alla scoperta delle specificità faunistiche delle isole.
Avifauna La presentazione dei dati relativi al monitoraggio dell’avifauna di passaggio sulle isole dell’Arcipelago nel secondo momento di confronto scientifico all’interno della settimana. Una carrellata sui 3990 esemplari di animali inanellati appartenenti a 53 diverse specie.
Laboratorio delle essenze Presentazione dei risultati delle analisi sulle specie essenziere dell’Arcipelago. Durante il convegno verrà presentato inoltre il progetto del laboratorio delle essenze elaborato dall’Ente Parco.
I SENTIERI DEL GUSTO
Un viaggio attraverso i gusti e i sapori dell’Arcipelago, della Gallura e dell’intera Sardegna alla scoperta delle tipicità alimentari dell’intero territorio. Un percorso verso il mangiar sano e genuino per provare a legare la consapevolezza ambientale a partire dalla qualità dei prodotti alimentari. I formaggi e i vini del nord Sardegna insieme al pescato dell’Arcipelago per provare a descrivere il territorio e le sue risorse grazie alle proprietà dei suoi prodotti alimentari. Le iniziative realizzate in collaborazione con la rete Slowfood, con l’Aiab - Associazione italiana agricoltura biologica e grazie alla disponibillità dei pescatori di La Maddalena intendono sensibilizzare gli ospiti verso una consapevolezza alimentare e allo stesso tempo recuperare sapori e produzioni altrimenti perdute.
I LUOGHI
I sentieri del Parco I sentieri del Parco rappresentano per il visitatore un’occasione di riscoperta dell’isola di Caprera, indissolubilmente legata al padre del Risorgimento italiano Giuseppe Garibaldi. Realizzati e allestiti nel corso degli ultimi due anni, i 16 percorsi, coniugano la scoperta degli spazi vissuti dall’Eroe sull’isola con le valenze storiche, ambientali e culturali di Caprera: i suoi paesaggi granitici lunari e i suoi colori misti di terra e di mare.
Il CEA - Centro di educazione ambientale. Le attività di educazione ambientale che l’Ente Parco organizza in collaborazione con molte associazioni che costantemente operano in tale ambito nel territorio sono svolte all'interno del CEA - Centro di Educazione Ambientale del Parco, a Stagnali, nell'Isola di Caprera unico centro abitato dell'isola. All’interno del CEA si trovano spazi espositivi, un centro di accoglienza e una foresteria oltre al “Museo geomineralogico naturalistico Giovanni Cesaraccio” e il “Museo del mare e delle tradizioni marinaresche”, nel primo sono esposti campioni di rocce, minerali, fossili, sabbie di spiaggia, conchiglie, flora e fauna marina; il secondo invece è la memoria delle tradizioni marinaresche legate alla pesca nell’Arcipelago.
(Articolo tratto dal sito ufficiale del Parco http://www.lamaddalenapark.it)


mercoledì 15 maggio 2013

Animale Curiosità: Il Crisocione

Questa settimana parleremo di un altra specie particolare, ovvero il Crisocione (Chrysocyon brachyurus); si tratta di un canide particolare che non ha niente a che vedere con gli altri rappresentanti della famiglia (lupi, licaoni, volpi ecc): rappresenta una specie antica, risalente al pleistocene, pertanto fa parte dei mammiferi dell'epoca. Endemico del Sudamerica non vive in branchi come la maggior parte dei canidi, ma è solitario e, inoltre, non corre ma trotterella: la lunghezza sproporzionata delle zampe rispetto al resto del corpo non gli consente una corsa 'normale', facendolo apparire una 'volpe con i trampoli'.
Alto circa 85 cm al garrese, può pesare intorno ai 25-30 kg; il pelo è rosso-bruno con una colorazione nera sulla parte posteriore delle zampe, mentre la parte terminale della coda è bianca; sul dorso ha una sorta di criniera che nel corso del tempo glie è costata il nome di 'lupo con la criniera'. Le lunghe zampe gli consentono di muoversi tra l'erba alta con disinvoltura dove cattura le sue prede sfruttando l'agguato e non l'inseguimento vista la sua incapacità di correre.
E' un cacciatore notturno e le sue prede sono rappresentate per lo più da roditori e uccelli, ma un componente fondamentale della sua dieta è la frutta (come dimostra la struttura dei suoi molari) senza la quale non potrebbe vivere, in particolare il Pomodoro selvatico (Solanum lycocarpum): se venisse a mancare questo frutto nella sua dieta, il Crisocione morirebbe di infezioni renali e per ricompensare la pianta, con i suoi escrementi contribuisce a disperderne i semi (una sorta di simbiosi fra un mammifero e una pianta).
In genere è un animale solitario e vive in coppia solo al momento di allevare la prole: la gestazione dura circa 67 giorni e la femmina partorisce in genere 6 cuccioli.
Il Crisocione è diffuso nel Brasile meridionale, Paraguay, Bolivia e nella zona orientale delle Ande; purtroppo non è un animale che si adatta alla presenza dell'uomo e il degrado del suo habitat ne sta minacciando la sopravvivenza: in alcune zone del Sudamerica, come Uruguay e Nord Argentina, è già scomparso, tuttavia nelle liste rosse della IUCN è classificato come a basso rischio ( negli ultimi anni si sta riprendendo).
E' una specie ambita dagli zoo, dove però è difficile da curare: nel 1967 venne ottenuto un primo parto in uno zoo, ma i piccoli, non curati dalla madre, non sopravvissero; 10 anni dopo erano circa una novantina gli esemplari negli zoo e i parti registrati erano una decina l'anno, ma nella maggior parte dei casi i piccoli non sopravvivevano.
Una curiosità sul nome: il termine Chrysocyon significa 'cane dorato', mentre in Brasile è chiamato lobo-guarà che significa lupo rosso, anche se non ha niente a che vedere né con il lupo né con il cane.
Foto di http://www.focusonnature.com

Ringraziamento premio

Pianeta Terra ringrazia il blog Musical e Vecchi Merletti (http://musicalvecchimerletti.blogspot.it/) per il premio assegnato:
Ecco i blog che riceveranno il premio a loro volta:

Le Due Coccinelle

Blog di Verde Natura

Natura






martedì 14 maggio 2013

Pochi soldi per 6 progetti, questo ciò che lo Stato riserva ai Parchi Naturali

I 6 progetti del Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino (TN) ha ottenuto dallo Stato un finanziamento di €950.000,00 in tutto. Una cifra, a mio avviso, che di certo non può soddisfare tutte le necessità per finalizzare questi progetti.
Uno di questi progetti riguarda la riqualificazione degli spazi esterni e degli allestimenti del centro visitatori di Villa Welsperg (sede dell'Ente Parco), tali opere ammontano a circa €760.000,00; il tema conduttore è quello della biodiversità: dare visibilità ai vari ecosistemi che caratterizzano l'area protetta, inoltre la volontà sarebbe quella di riorganizzare e potenziare gli spazi esterni, compresa la stalla nell'ottica di aumentare gli spazi e gli accessi alla villa.
Un'altro importante progetto è quello di costruire nelle varie stazioni del Parco (Villa Welsperg, Caoria e Paneveggio) tre ciclostazioni attrezzate con possibilità di noleggio di biciclette normali ed elettriche per incentivare il turismo ecosostenibile e permettere un servizio per chi volesse visitare il parco in bicicletta.
Ancora, al centro visitatori di Paneveggio occorre una riqualificazione degli spazi interni e una miglior disposizione di quelli esterni; c'è, inoltre, la volontà di ristrutturare alcuni sentieri importanti del territorio del Parco come il SAT E 352 detto Sentiero della Scandola e che unisce Malga Tognola a Casina di Valsorda.
L'ultimo progetto riguarda interventi di recupero ambientale e la realizzazione di itinerari escursionistici supportati da guide e Tour virtuali, riguardanti alcune delle aree più importanti del Parco.
I progetti sono tanti e oltre alla realizzazione in sé è fondamentale anche la manodopera, l'acquisto del materiale di lavoro e varie spese che possono comportare lavori di questo tipo.
Foto di Giada Baicchi

giovedì 9 maggio 2013

La Giornata del Fratino non si fa solo a Marina di Bibbona

Il 10 marzo scorso si è tenuta presso l'Oasi WWF Lago di Burano, in particolare sulla spiaggia di Capalbio (GR),  la Giornata del Fratino con la pulizia delle spiagge da parte di numerosi volontari che sono accorsi per l'evento muniti di guanti e sacchi dell'immondizia. Sono stati puliti circa 12 km di litorale che hanno permesso non solo di fare opera di conservazione per i siti di nidificazione del fratino, ma anche un'importante opera di salvaguardia per le altre specie di flora e fauna che popolano il litorale come la rarissima Eurinbeya complanata e la Santolina delle spiagge, due elementi di flora molto importanti per l'ecosistema.
Così come è successo per l'evento di Marina di Bibbona ("Giornata del Fratino" Memorial Raimondo Stiassi) che, in febbraio scorso, ci ha visti collaborare anche noi di WipRadio, c'è stata grande affluenza di persone; la giornata è stata bella, lunga e soddisfacente anche grazie ad alcuni avvistamenti di uccelli limicoli nidificanti come il Corriere grosso, la Berta maggiore e il Beccapesci.
Nella stessa giornata c'è stata un'altra "Giornata del Fratino" con le stesse modalità nel Parco Naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, più precisamente nel Comune di Vecchiano (PI) a Bocca del Serchio; anche in questo caso la partecipazione è stata massima ed ha permesso a molte persone di rendersi utili per la conservazione dell'ecosistema e di passare una giornata diversa all'insegna della natura.
La partecipazione a questi eventi sta diventando sempre più importante, segno che molte persone tengono all'ambiente che ci circonda e alla natura che ospita: la sensazione è che la salvaguardia e la conservazione del territorio sia sentita da molte persone, quindi un risultato importante da cui partire.
Fratino; http://www.youandnews.com

mercoledì 8 maggio 2013

Animale curiosità della settimana: il Quokka

Dopo aver introdotto nella scorsa puntata di Pianeta Terra la nostra nuova rubrica, "Animale curiosità", questa settimana ci occupiamo del Quokka (Setonix brachyurus) una specie di marsupiale che vive in alcuni siti australiani. Fa parte della famiglia dei Macropodidi (canguri e wallaby) è erbivoro come il resto della famiglia ma di abitudini notturne; Delle dimensioni di un gatto domestico, si trova generalmente in una piccola area nel sud-ovest dell'Australia Occidentale in quantità molto ristrette: infatti è una specie considerata molto rara. Più frequente è in alcune isole a largo della costa, dove è protetto con misure di conservazione particolari, come Bald, Rottnest, Garden e Penguin; soprattutto su Rottnest è molto comune, tant'è che l'isola si chiama così proprio per la presenza del Quokka che erroneamente fu paragonato a un ratto dagli inglesi che scoprirono l'animale ('Rottnest' significa 'nido di ratti' in inglese).
La specie è diventata molto rara a causa dell'introduzione di animali alloctoni come volpi e gatti domestici (mai evento fu più dannoso per l'Australia alla pari dell'introduzione del coniglio selvatico) che, individuando il Quokka come una facile preda, non disdegnano il gustoso banchetto. La specie è presente in aree con vegetazione molto fitta che funge da rifugio per questo piccolo canguro, mentre nelle aree in cui le coltivazioni hanno preso piede e quindi hanno portato ad un disboscamento esteso il Quokka è rarissimo perché fortemente esposto agli attacchi di volpi o gatti.
Pesa tra i 2,5 e i 5 kg de è lungo fino a 40 cm con una coda che può arrivare a 30 cm; la struttura del corpo è tozza, ha orecchie arrotondate ed una testa corta e larga, il mantello è color bruno birzzolato e più marroncino sul ventre; è in grado di arrampicarsi sugli alberi, nonostante sembri goffo, dove si rifugia per sfuggire ai predatori; si ciba principalmente di fogliame, graminacee, carici e piante succulente mentre è messo a serio rischio dai turisti che propongono all'animale pane e carboidrati, altamente dannosi per la sua salute, pertanto su Rottnest è severamente vietato dare da mangiare ai Quokka che non sono per nulla intimoriti dall'uomo; questo comportamento ha costretto le autorità a mettere il divieto di maneggiare in alcun modo questi animali, la pena sono ammende molto salate: da 100 dollari australiani (circa 80€) a 1000 dollari australiani (quest'ultima cifra solo nel caso l'animale venga ucciso).
Quokka; foto di http://www.ozanimals.com

martedì 7 maggio 2013

Record di CO2

Secondo alcuni studi effettuati dagli scienziati del Manua Loa Observatory nelle Hawaii i livelli di concentrazione di CO2 nell'atmosfera hanno quasi raggiunto quota 400 ppm (parti per milione), una cifra record mai registrata fino ad ora e che mette ancora più a rischio il clima del nostro pianeta.
L'imperativo mondiale è quello di ridurre le emissioni di CO2 nell'atmosfera perché questo incrementerà l'effetto serra e porterà ad un clima più caldo sulla Terra; l'effetto serra è il fenomeno che causa principalmente il surriscaldamento globale: le radiazioni solari entrano nell'atmosfera si riflettono sulla superficie terrestre e non possono più andarsene perché trovano la cappa di anidride carbonica che le trattiene portando così a un riscaldamento della temperatura.
L'ultima volta che sul pianeta c'era una simile concentrazione di CO2 la temperatura si era alzata di circa 3-4°C e il livello del mare  era da 5 a 40 m più alto di quello attuale, pertanto un valore così alto di CO2 può portare ingenti danni: siccità record, supertempeste e inondazioni molto frequenti.
Già adesso c'è difficoltà da parte dei governi (perfino stati ricchi come gli Stati Uniti) a far fronte alla siccità, ai cattivi raccolti e agli eventi meteorologici estremi; l'unica via percorribile è quella delle energie rinnovabili che riducono al minimo le emissioni di anidride carbonica e la conservazione delle foreste, contrastando i tagli e i disboscamenti sconsiderati, perché le piante, si sa, sono i polmoni del pianeta assorbendo una gran quantità di CO2; pertanto la palla deve passare ai governi con la speranza che si adoperino a cambiare trand, ma si sa, la palla è infuocata!!!

lunedì 6 maggio 2013

Aquila di Bonelli: il 25 marzo è nato il primo pulcino in Sicilia

Un'aquila molto rara e in pericolo di estinzione è sicuramente l'Aquila di Bonelli (Aquila fasciata), una specie minacciata soprattutto dal bracconaggio che abbatte gli esemplari provenienti dall'Africa per impagliarli e usarli come trofei da vendere illegalmente.
Attualmente la popolazione italiana è concentrata in Sicilia dove sono presenti circa 26 coppie nidificanti e la balla notizia è che il 25 marzo scorso è nato il primo aquilotto, un'emozione incredibile per i volontari LIPU che si adoperano 24 su 24 per proteggere questa bellissima aquila.
L'anno scorso erano presenti circa 37 volontari che si occupavano del 75% del territorio siciliano protetto dalla LIPU, ma ancora non basta perché servirebbero altri volontari per poter proteggere al meglio questa specie dal bracconaggio e assicurare l'involo ai giovani aquilotti.
Sul sito della LIPU, il consigliere dell'associazione Angelo Scuderi ha voluto lanciare un appello per raccogliere nuovi volontari: alla fine si tratta di dedicare poco tempo alla settimana per concedere una chance a questa specie.
Foto di http://www.europeanraptors.org

giovedì 2 maggio 2013

Gli animali rendono più da vivi che da morti

Uno studio, un po' cinico, fatto da un economista americano certifica, con dati e risultati, come la biodiversità renda un fatturato più alto da viva che da morta.
In Kenya, nel Parco Nazionale di Amboseli, un leone vale per il turismo circa 515.000,00 dollari all'anno, mentre un elefante circa 610.000,00 dollari all'anno. Anche gli squali valgono tanto, benché da molti considerati uno spauracchio dei mari e un pericolo, infatti milioni di sub vengono attratti dai reef degli arcipelaghi per osservare questi splendidi animali: uno squalo grigio di barriera alle Maldive vale circa 3.300,00 dollari all'anno, mentre a Palau la stessa specie porta 2 milioni di dollari all'anno.
Restando al mare, anche le balene valgono più vive che da morte: per il whalewatching vengono incassati circa 2,1 milioni di dollari all'anno dando lavoro a circa 13.000 persone.
In Italia tre cernie hanno destato attenzione da parte dei sub di diverse parti d'Europa: tre esemplari di 12, 16 e 18 kg rispettivamente nell'Area Marina protetta di Tavolara, Molara e Punta Coda Cavallo (Sardegna) sono stati osservati da molti appassionati portando circa €110.000,00, mentre da morte e servite al ristorante avrebbero portato poco più di €500,00 a cernia.
In Scozia, invece, il turismo naturalistico fattura circa 65 milioni di sterline all'anno.
Tornando in Africa e in particolare in Uganda e Repubblica Democratica del Congo, i gorilla di montagna portano 20 milioni di dollari all'anno, soldi che servono non solo per i progetti di conservazione e tutela dell'area protetta, ma anche come sostentamento per le famiglie che ci vivono.
In Italia l'ecoturismo è ancora in lenta crescita anche se negli ultimi tempi per la scelta di un area di vacanza il lato naturalistico incide per il 55% mentre cultura, arte e storia per il 49%, relax 33% e divertimento 22%.
Secondo questi studi emerge come sia importante mantenere e gestire i nostri ecosistemi, conservando e salvaguardando: da queste cifre quanti posti di lavoro si creerebbero? Ovviamente moltissimi, quindi speriamo che le istituzioni e il nuovo governo facciano qualcosa per migliorare in nostro paese anche da questo punto di vista e noi concludiamo con una frase: Wildlife pays, wildlife stays.
Foto di Giada Baicchi; Primula vulgaris (Primavera)