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giovedì 31 gennaio 2013

Cicogna nera sulle rive dell'Ofanto

Una buona notizia ogni tanto non fa mai male: la Cicogna nera (Cionia nigra) è tornata a nidificare sulle rive del fiume Ofanto (Puglia). Ben due coppie nidificanti erano già monitorate da tempo da esperti LIPU, più una terza era già nell'aria da qualche tempo; i continui controlli da parte delle persone addette hanno documentato la nascita dei giovani.
La Cicogna nera ha iniziato a nidificare in Italia dal 1994 ed oggi ne sono presenti una dozzina di coppie in tutta Italia (la maggior parte nel sud Italia); animale molto raro anche nel resto dell'Europa, pertanto è stato classificato dalla IUCN come VU (vulnerabile), preferisce ambienti umidi e corsi d'acqua poco antropizzati (a differenza della Cicogna bianca, la nera è meno confidente).
Un animale rarissimo da proteggere e conservare, tuttavia questa bella notizia non può lasciarci indifferenti verso il pericolo che corrono le cicogne in Puglia, il territorio è cosparso di pale eoliche e sembra che altre dovranno essere messe, pertanto auguriamoci che i naturalisti e le associazioni ambientaliste come la LIPU e il WWF vadano avanti con la battaglia per la loro conservazione.
Foto di http://www.statoquotidiano.it

lunedì 28 gennaio 2013

Capovaccaio liberato!!!

Notizia confortante: ha avuto pieno successo la liberazione di un Capovaccaio (Neophron percnopterus)  nell'Oasi LIPU di Gravina di Laterza (Taranto).
Il giovane avvoltoio soprannominato Augusto, nato il 19 maggio 2012 nel Centro di Riproduzione di Rocchette di Fazio in provincia di Grosseto, è stato trasferito in Puglia e poi liberato in natura nel settembre 2012, dove all'inizio gli è stata preparata una cavità nella roccia come nido, in modo che riuscisse a prendere confidenza con l'ambiente circostante. L'azione di reintroduzione ha avuto successo in quanto il giovane si è perfettamente ambientato, trovando risorse a sufficienza e unendosi alla popolazione già preesistente nel territorio anche se di poche unità. E' stato monitorato costantemente dalle autorità dell'Oasi con delle microtrasmittenti e successivamente è arrivato l'involo della migrazione per l'Africa, dove passerà l'inverno, con la speranza che in primavera torni nell'Oasi per nidificare.
Augusto è il decimo esemplare di capovaccaio che viene reintrodotto nell'Oasi LIPU Gravina di Laterza, prima di lui ci sono state altre liberazioni in natura sempre provenienti dal Centro di Riproduzione della provincia di Grosseto: il primo fu Laerte nel 2004, poi tutti gli altri fra cui vanno citati Arianna nel 2006 e Arturo nel 2007; questi ultimi dotati di Gps e documentati anche durante lo svernamento in Mali e Niger.
Un progetto che sta avendo successo per rafforzare l'esigua popolazione italiana di questo magnifico avvoltoio.
Foto di http://www.vultur.it

domenica 27 gennaio 2013

Provincia Varese: pericolo torbiere

"Trans Insubria Bionet" (TIB): è questo il nome del progetto in cui entrano in collaborazione Provincia di Varese, Regione Lombardia, LIPU-Birdlife Italia, Fondazione Cariplo, Parco Campo dei Fiori, Parco del Ticino e 35 comuni del varesotto per la conservazione della biodiversità e degli habitat.
Le torbiere sono fra gli ecosistemi più belli e rari al mondo, luoghi che ospitano una biodiversità incredibile. fra cui molte specie di piante che non si trovano in nessun altro habitat; fra i pericoli che corrono le torbiere, oltre all'asportazione da parte delle persone ignoranti della torba (materia organica che compone la torbiera), citiamo l'introduzione di specie aliene invasive.
Nella torbiere del varesino fra le piante invasive di maggior impatto troviamo la Ludvigia grandiflora e il Fior di Loto: queste due specie tolgono spazio e risorse alle specie autoctone, limitandone la crescita e la diffusione. Uno degli obiettivi del TIB è quello di rimuovere queste specie invasive e dissuadere gli enti pubblici, privati e le persone a introdurle nell'ambiente. La buona notizia è che al momento questo progetto sta entrando nel vivo e c'è in atto una ricerca su tre modi diverso per rimuovere le specie aliene invasive.
Foto di http://www.venetoagricoltura.org

sabato 26 gennaio 2013

Ottime novità per i Parchi Naturali


Il 22 gennaio appena passato la Commissione Ambiente della Camera ha esaminato lo Schema di decreto del Presidente della Repubblica relativo al riordino degli enti vigilati dal Ministero dell'Ambiente. Il decreto comprende anche le nuove disposizioni in merito alla composizione dei Consigli direttivi dei Parchi Nazionali previsti dal comma 4 dell'articolo 9 della legge quadro n. 394 sulle Aree Protette del 1991.; l'organo collegiale di governo dei Parchi sarà composto da sei componenti (anziché 10) nominati con decreto del Ministero dell'Ambiente tra esperti particolarmente qualificati in materia naturalistica e di comprovata competenza: tre designati dalla Comunità del Parco (Comuni ed Enti locali), uno indicato dalle Associazioni ambientaliste riconosciute, uno designato dal Ministero dell'Ambiente ed uno dall'Istituto Superiore per la Protezione della Ricerca Ambientale (ISPRA).
Le Associazioni ambientaliste coinvolte (FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Pro Natura, Touring Club Italiano, WWF Italia) hanno accolto di buon grado questa proposta, in quanto indirizza la politica di gestione e conservazione delle aree protette nella giusta direzione: da una parte si garantisce l'applicazione delle norme per la semplificazione degli Enti pubblici e la riduzione delle spese, dall'altra si ristabilisce un principio fondamentale della legge quadro sulle aree protette rispetto alla rappresentanza degli interessi nazionali all’interno del principale organo di governo collegiale dei parchi nazionali; pertanto la riduzione dei componenti del Consiglio direttivo dei Parchi è il giusto compromesso fra le richieste del Ministero dell'Economia e il rispetto della giusta rappresentanza di uno degli organi più importanti per la gestione dei Parchi Nazionali.
Foto personale; Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

mercoledì 23 gennaio 2013

Rubrica ecoturistica: Monfrague

A circa 100km da Madrid a Plasencia esiste una sorta di paradiso mediterraneo, un luogo mozzafiato per paesaggio e biodiversità: il Parco Nazionale di Monfrague, paradiso per i birdwatcher.
In questo ecosistema, composto da macchia mediterranea, praterie aride, uliveti, coltivazioni e pastorizia è possibile incontrare una gran quantità di uccelli, dai passeriformi, ai limicoli, ai rapaci.
Fra gli habitat principali, le pareti rocciose sono le più abitate: dalle capanne di avvistamento è possibile osservare molte specie di avvoltoi come il grifone (il più rappresentato), l'avvoltoio monaco e il capovaccaio, senza tralasciare una specie di strigiforme oggi molto rara in Europa, il gufo reale che è solito occupare cavità nelle rocce per passare il giorno in attesa dell'imbrunire. Altri rapaci possono essere avvistati come la rarissima aquila di bonelli, estinta in molti luoghi dell'Europa Mediterranea, l'aquila imperiale spagnola, il nibbio bianco e il falco pellegrino. Nelle praterie, invece, è possibile osservare l'otarda, negli stagni e nelle zone paludose del parco possiamo trovare fratini, corrieri grossi, piro piro, frullino, il raro pollo sultano, la folaga, la gallinella d'acqua e moltissimi altri. Anche la sera è possibile fare avvistamenti importanti come la lince iberica, rara e difficile da vedere in quasi tutta la Spagna, ma ben rappresentata in questo Parco e non difficile da osservare; la genetta, carnivoro di difficile collocazione tassonomica, in quanto assomiglia a un felide ma non lo è, assomiglia a un procionide ma non lo è, pertanto viene classificata in una famiglia tutta sua dove la genetta e il gibellino sono gli unici rappresentanti: i viverridi; questa strana specie è prevalentemente notturna e si nutre di roditori, preferibilmente scoiattoli che cattura rincorrendoli fra i rami e saltando agilmente da un albero all'altro.
In questo paradiso di biodiversità è possibile fare avvistamenti anche nei paesini medievali del Parco, dove la gestione comunale ha previsto sulle costruzioni e sulle case appositi fori per nidi di svariate specie come il passero solitario, il falco grillaio, i colombi, le rondini, i balestrucci e i rondoni; ma in questi luoghi affascinanti anche per le costruzioni artistiche, le chiesette medievali e la cultura è possibile avvistare sopra i tetti le cicogne nei loro nidi e persino la rarissima cicogna nera. Che dire!!? Un posto sicuramente da visitare!!!
Foto di http://4.bp.blogspot.com


lunedì 21 gennaio 2013

Elefanti: persone o animali?

Uno degli abitanti più incredibili della natura africana è senz'altro l'elefante: il più grande animale terrestre. In genere questi pachidermi vivono in branchi matriarcali, guidati dalla matriarca, in genere la femmina più anziana: sono composti essenzialmente da femmine adulte, giovani maschi non ancora in grado di competere per riprodursi e i piccoli; i maschi adulti in genere sono solitari, si aggregano al branco solo durante il periodo degli amori, quando si scontrano violentemente fra di loro per il possesso delle femmine.
Gli elefanti, molto spesso, stupiscono gli scienziati e i naturalisti con comportamenti inspiegabili: uno di questi è senz'altro i "riti" intorno agli individui morti. E' stato documentato molto spesso come gli elefanti accumulino le ossa dei compagni defunti in zone concentrate, chiamate dai naturalisti "cimiteri di elefanti"; è curioso constatare come questi giganteschi animali sembrino "pregare" per l'individuo morto, spesso genuflettendo le zampe anteriori come facciamo noi in Chiesa o al cimitero.
Un altro comportamento interessante è quando c'è una nuova nascita: alcune testimonianze mostrano come il branco circondi la madre che sta per partorire, alzando covoni d'erba e barrendo; al momento che il cerchio si apre si scopre il nuovo membro della famiglia appena uscito dal grembo materno.
Una notizia incoraggiante c'è giunta nel 2012, ovvero un record di nuove nascite nel Parco Nazionale di Amboseli in Kenya, circa 150: un evento molto raro. Il fatto è dovuto soprattutto alla grande siccità che ha colpito il territorio nel 2009, anno nel quale le femmine hanno bloccato le proprie esigenze riproduttive, rimandando il tutto a quando la situazione fosse migliorata; nel 2010 ci sono state nuove piogge, le femmine sono tornate in calore e ci sono stati nuovi accoppiamenti, 22 mesi dopo (gestazione di un elefante) sono arrivate le buone notizie.
Gli elefanti africani sono animali maestosi e sono tanto belli quanto minacciati, la caccia di frodo per il commercio di avorio illegale minaccia questa specie da molti anni e se la situazione non migliorerà nel giro di 10 anni potrebbero non esserci più elefanti, cosa possiamo fare noi? Possiamo fare molto: evitiamo di comprare souvenirs fatti d'avorio o oggetti fatti con questo materiale e laddove ci sono degli elefanti (Parchi Nazionali, Bioparchi) andiamo a vederli, in modo da conoscerli meglio e poter capire cosa possiamo perdere.

sabato 19 gennaio 2013

Il carnivoro non praticante

Il Panda gigante (Ailuropoda melanoleuca) è stato scoperto nel 1876 nel cuore delle foreste montane della Cina da un missionario appassionato di natura Armand David. E' sempre stata una specie di dubbia collocazione tassonomica, troppo vegetariano per essere un carnivoro, troppo orso per essere un procione e troppo pacifico per essere qualunque cosa; per le caratteristiche genetiche e morfologiche è stato inserito nell'ordine dei Carnivori e nella famiglia degli Ursidi, in ogni caso rimane un orso un pò particolare: la sua dieta è costituita per il 99% da bambù e il restante 1% da piccoli invertebrati, piccoli uccelli e uova, fra l'altro ha una sorta di sesto dito che non è proprio un dito ma è il sesamoide radiale (presente in tutti i mammiferi) sviluppato da sembrare un dito che serve per maneggiare il bambù.
Da sempre è minacciato di estinzione e la situazione è molto critica, sia per la riduzione del proprio habitat, infatti un tempo popolava gran parte delle foreste della Cina, ma poi costretto a ritirarsi sulle montagne per il taglio incontrollato di bambù, sia per il bracconaggio, in quanto una pelliccia di panda è valutata €66.000,00, un vero bottino per i cacciatori di frodo. Attualmente l'habitat del panda sono le montagne dove ancora ci sono foreste di bambù e dove condivide i luoghi con altri animali interessanti come il leopardo delle nevi, i fagiani selvatici cinesi e il panda rosso.
Nell'ultimo censimento il numero di panda giganti in tutta la Cina è di 1.600, un dato critico (sebbene cresciuto negli ultimi anni) che è bene sottolineare e tentare con progetti di conservazione di incrementare. Da sempre il panda è simbolo del WWF che ogni anno investe in campagne e battaglie per la protezione di questo simpatico orsacchiotto ed una delle vittorie che di recente è riuscito ad ottenere è stata quella di sensibilizzare il governo cinese a proteggere il 60% dell'areale del panda con corridoi verdi che permettano lo scambio genetico fra gli individui nelle varie zone, sono circa 60 le aree protette realizzate in questo senso: quindi passi in avanti per un animale splendido, per un carnivoro non praticante.


giovedì 17 gennaio 2013

Le Gru in Maremma

Dai primi anni del '900 la Gru (Grus grus) è estinta come nidificante dal territorio italiano, ma durante il passo negli ultimi anni ci sono stati degli avvistamenti di stormi in sosta durante la migrazione. Durante questo evento le rotte praticate da questi uccelli sono nel periodo primaverile la rotta ligure-padana, passando per le regioni adriatiche e la Calabria; durante l'autunno, cioè durante lo svernamento che porterà le gru dalle regioni scandinave fino al Nord Africa, la rotta è più schiacciata sull'Adriatico passando per la Sicilia. Spesso alcuni stormi passano anche per la costa tirrenica con soste anche in Toscana, la zona più frequentata è quella maremmana. Tuttavia fino al 1970 l'avvistamento di gru in Maremma era un evento molto raro e successivamente a questo anno fino agli anni '90 non si hanno registrazioni. Nell'ultimo decennio del secolo scorso però le segnalazioni iniziano a farsi regolari: ad eccezione del 2004 le segnalazioni nel periodo invernale sono costanti. Nell'inverno 2007/08 si arrivano a contare circa 95 individui visibili nelle risaie e nei campi aperti maremmani nel grossetano fino ad una distanza di 100 metri. 
Nel 2010/2011 il numero si fa consistente tanto è che fra febbraio e marzo 2011 si arrivano a contare 156 individui, ma è nel gennaio-febbraio 2012 che si raggiunge il record di 209 individui, un risultato davvero sorprendente!!!
Foto di http://b.vimeocdn.com

mercoledì 16 gennaio 2013

Le sirene di Ulisse

Esiste un luogo a largo della costa del Gargano dove cultura, mitologia e natura si intrecciano in uno spettacolo mozzafiato: le isole Tremiti.
Per i Greci erano le isole Diomedee, in onore dell'eroe greco Diomede, Re di Argo ed esule dopo la guerra di Troia. Si narra che durante una tempesta gettò 3 pietre in acqua per dare rifugio a sè e ai propri compagni, da queste pietre nacquero queste isole. Alla morte di Diomede i compagni lo vollero seppellire qui e la dea Venere, impietosita dal loro dolore, decise di trasformarli in uccelli così che potessero vegliare per sempre sulla tomba del loro signore.
Gli uccelli menzionati nel mito sono le Berte maggiori (Calonectris diomedea), splendidi uccelli marini che nidificano in queste isole hanno un verso talmente struggente che si pensa fossero, secondo un'altra leggenda, le Sirene di Ulisse, che nella versione più arcaica non avevano il corpo di pesce ma di uccello.
Sono uccelli fantastici che vivono esclusivamente in mare, vanno sulla terraferma esclusivamente per riprodursi; purtroppo però questa specie è in pericolo a causa soprattutto della pesca illegale e intensiva che riduce sensibilmente le risorse alimentari delle berte, oltre a questo anche il turismo invasivo e non ecologico.
Foto di http://www.uccellidaproteggere.it
Le isole Tremiti rimangono un paradiso terrestre non soltanto per quanto riguarda le spiagge ma anche per i magnifici fondali dove non troviamo solo specie di vertebrati di notevole interesse ma anche invertebrati come policheti, echinodermi e crostacei.
Foto di http://www.splashsub.com

martedì 15 gennaio 2013

Il mio nuovo vicino di casa

Salve a tutti, scusate per l'interruzione di notizie ma ho avuto problemi tecnici con la pubblicazione dei post, riapriamo con la foto del mio nuovo vicino di casa. Sto a Rosignano Solvay, vicino al mare e la scorsa settimana su un albero davanti a casa mia ho trovato un esemplare di Gufo comune (Asio otus), specie rara da queste parti e soprattutto nei centri abitati. Questo splendido rapace notturno è diverso tempo che adesso trascorre il suo sonno diurno sulla solita tamerice. Ecco una delle foto che sono riuscito a scattare!!!!


giovedì 3 gennaio 2013

Scoperta una nuova specie di pipistrello

Nel 2005 è stata scoperta una nuova specie di pipistrello, conosciuta attualmente con il nome di Pipistrello impollinatore dalla superlingua. Originario ed endemico della Foresta Amazzonica questo animale notturno è l'unico impollinatore di una specie di orchidea, anch'essa endemica dell'Amazzonia e anch'essa scoperta di recente. Questo fiore emette un odore disgustoso ai nostri nasi, ma piacevole per quello del pipistrello che in cambio del nettare si offre di impollinare le altre piante; la tecnica del fiore, ahimè, può essere discutibile: avere un solo impollinatore, infatti, vuol dire dipendere esclusivamente da esso, pertanto nel caso di estinzione del pipistrello anche questo fiore farà la stessa fine.
La scoperta di questo pipistrello è tanto recente che non si trovano sul web ad oggi fotografie, ma a giugno 2012 questo animale ha fatto il suo debutto televisivo in un documentario della National Geographic andato in onda su NatGeoWild anche a Natale passato nella giornata Wild Christmas.

martedì 1 gennaio 2013

La Brigata Maiella

Nel 1994, durante l'occupazione nazista, nasce a Gessopalena la Brigata Maiella, formata da intellettuali, operai e contadini uniti per ritrovare la libertà; successivamente nell'Italia del progresso una "funivia delle pecore" minacciava la grotta del Cavallone dove D'Annunzio aveva ambientato "La figlia di Jorio", mentre un albergo insidiava i pratoni di alta quota del paesaggio della Maiella e fu così che un movimento civile sorto a Torricella Peligna salvo questi luoghi dall'antropizzazione.
Nel 2012, durante una delle estati più calde degli ultimi anni, il territorio abruzzese della maiella era minacciato dall'aridità, dalla cementificazione, è stato spremuto in lungo e in largo, sconvolto e trivellato, infine uno dei comuni (Borrello) era disposto a tagliare i propri boschi per venerne la legna e aumentare le proprie disponibilità economiche per affrontare l'anno della crisi.
Una parte di civili di uno dei paesini della Maiella, Abetina di Rosello, si è unita in un messaggio: "Uniamoci per difendere il patrimonio naturale, culturale e spirituale di questa terra: combatteremo non con le armi, ma con la forza delle idee e della volontà". Un messaggio importante uscito dalla nuova Brigata Maiella, questa volta scesa in campo a favore della natura e dell'ambiente, pronta a difendere boschi, montagne e animali del territorio, uno dei più belli di tutta Italia. Questo messaggio dovrebbe essere preso d'esempio da molti, perchè ci siano molte Brigate Maiella in Italia e meno distruzione e scempio della natura.
Foto di http://www.arc.it