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mercoledì 24 ottobre 2012

I corvi sono uccellacci del malaugurio? No, solo leggende metropolitane!!

I modi di dire spesso ci portano a fotografare alcune immagini o alcune situazioni per come non sono in realtà; molte volte vengono definiti i corvi come uccelli del malaugurio, inutili, invadenti e altre volte anche pericolosi: tutto ciò porta ad odiare una certa categoria di animali.
In realtà la famiglia dei Corvidi ha dei rappresentanti utilissimi e a volte indispensabili per molti aspetti; prendiamo la Nocciolaia (Nucifraga caryocatactes) per esempio, grazie a lei vive e si moltiplica il Pino cembro (Pinus cembra), una conifera esclusiva degli ambienti alpini e in particolare di alta quota. La Nocciolaia, infatti, si ciba dei pinoli di questo pino, facendone incetta per l'inverno: le scorte di pinoli vengono seppellite accuratamente in dispense scavate nel terreno dal corvide, successivamente serviranno per l'inverno, ma non tutte vengono ricordate, molte infatti rimangono dimenticate e da lì nascerà un nuovo pino.
Molti corvidi hanno, invece, colonizzato le nostre città, ma non perchè siano degli invasori, ma perchè si trovano bene insieme a noi. Gazze, taccole, cornacchie e corvi comuni trovano confortevole la vita in città: cibo gratis, dagli avanzi umani, luoghi sicuri dove nidificare. Spesso pagano anche l'affitto alle persone, come? Eliminando gli animali "dannosi" per noi (ratti in primis).
Ma nei corvidi ci sono delle specie molto affascinanti come per esempio il Corvo imperiale (Corvus corax) con dimensioni davvero notevoli, con un apertura alare che sfiora il metro e 30cm (la più grande specie di passeriformi): è stato ripreso molte volte che difende il nido addirittura dall'Aquila reale.
Un altro corvo molto bello è la Ghiandaia (Garrulus glandarius), dai colori molto appariscenti: non è raro trovare nei periodi del cambio del piumaggio piume celesti macchiettate di nero appartenenti a questo uccello.
Il mondo dei corvidi è molto sorprendente e molte volte non ne capiamo appieno la natura, invece di ascoltare le leggende metropolitane sarebbe meglio conoscerli.
Foto di http://upload.wikimedia.org; Ghiandaia

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