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sabato 20 ottobre 2012

Chi può adattarsi meglio di uno sciacallo?



In natura ci sono molteplici difficoltà e ogni animale si adatta all'interno di una nicchia ecologica ben definita che gli permette di sfruttare delle risorse ben precise.
Una specie che rispecchia in pieno la parola "adattamento" è senz'altro lo Sciacallo dalla gualdrappa (Canis mesomelas), un animale che a detta di molti si nutre solo di carcasse, considerato uno dei maggiori spazzini della natura.
Dietro a questo splendido canide si nasconde un mondo, dove sono tanti gli aspetti che deve affrontare. Consideriamo il fatto che lo Sciacallo dalla gualdrappa considera importantissima la famiglia: in genere in alcune popolazioni c’è una coppia alpha che ha il compito di procreare mentre tutti gli altri, quasi sicuramente fratelli maggiori o sorelle maggiori, si prendono cura dei piccoli della coppia alpha; questo è un metodo chiamato “dell’aiutante”, non sempre in un home range di una popolazione ci sono territori disponibili, spesso sono occupati da individui aggressivi e più esperti dei giovani che si trovano all’interno del branco, pertanto i cuccioli maggiori preferiscono essere d’aiuto alla coppia alpha imparando a gestire una famiglia, contribuendo al proprio patrimonio genetico e, perché no, un giorno se uno dei genitori alpha morirà, sarà uno dei giovani più grandi a ereditare il territorio. Questo metodo non funziona molto nei mammiferi, questo è uno dei pochi casi: solo alcune specie di canidi hanno questo tipo di adattamento (proprio di molti uccelli), altri sono i licaoni, i lupi e i coyote.
Un’altra cosa importante è senz’altro la ricerca del cibo, infatti gli sciacalli non sempre fanno solo gli spazzini, spesso cacciano: in scarsità di risorse non è raro vedere questi animali predare piccoli di gazzella o uccelli delle dimensioni di un fenicottero, spesso unendosi in più individui possono attaccare prede anche più grosse di loro. Ma a parte questo, è la ricerca di carcasse che dà maggior successo alla specie, infatti non c’è dispendio di energie per ottenerla, ma, ahimé, ci sono più concorrenti intorno alla stessa risorsa: se per cacciare deve competere con specie più grandi come leoni, ghepardi, leopardi e iene, per le carcasse oltre alle solite iene, ci sono anche avvoltoi e marabù, uccelli di notevoli dimensioni disposti a tutto pur di mangiare.
Quando due nicchie si sovrappongono, anche fra specie diverse, ci sono due metodi: l’interazione diretta e lo sfruttamento della risorsa. Il primo è rappresentato da comportamenti aggressivi diretti verso il concorrente: è il caso dei mammiferi come lo sciacallo; lo sfruttamento della risorsa è indiretto: viene, infatti, sfruttata la risorsa a discapito dell’altro, quindi una competizione indiretta “diminuisco la risorsa a tua disposizione a favore mio”. In entrambi i casi abbiamo un competitore “superiore” e uno “inferiore”, dove quest’ultimo deve fare i salti mortali per ottenere quello di cui necessita.
La natura, però, indica sempre una soluzione; nei millenni si sono sviluppati un sacco di adattamenti diversi per poter sopperire alle tante problematiche: sfruttamento delle risorse in momenti diversi della giornata, seguendo le mandrie in spostamento per avere sempre una media accettabile di risorse a disposizione oppure sfruttare parti diverse di una stessa risorsa (parti diverse di una carcassa). Tutto ciò ha portato le specie a vivere ed evolversi per milioni e milioni di anni, la natura è davvero sorprendente, quindi impariamo il termine “adattati come uno sciacallo”.

Foto personale; Sciacallo dalla gualdrappa

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