In
natura ci sono molteplici difficoltà e ogni animale si adatta all'interno di
una nicchia ecologica ben definita che gli permette di sfruttare delle risorse
ben precise.
Una
specie che rispecchia in pieno la parola "adattamento" è senz'altro
lo Sciacallo dalla gualdrappa (Canis mesomelas), un animale che a detta
di molti si nutre solo di carcasse, considerato uno dei maggiori spazzini della
natura.
Dietro
a questo splendido canide si nasconde un mondo, dove sono tanti gli aspetti che
deve affrontare. Consideriamo il fatto che lo Sciacallo dalla gualdrappa
considera importantissima la famiglia: in genere in alcune popolazioni c’è una
coppia alpha che ha il compito di procreare mentre tutti gli altri, quasi
sicuramente fratelli maggiori o sorelle maggiori, si prendono cura dei piccoli
della coppia alpha; questo è un metodo chiamato “dell’aiutante”, non sempre in
un home range di una popolazione ci sono territori disponibili, spesso sono
occupati da individui aggressivi e più esperti dei giovani che si trovano
all’interno del branco, pertanto i cuccioli maggiori preferiscono essere
d’aiuto alla coppia alpha imparando a gestire una famiglia, contribuendo al
proprio patrimonio genetico e, perché no, un giorno se uno dei genitori alpha
morirà, sarà uno dei giovani più grandi a ereditare il territorio. Questo
metodo non funziona molto nei mammiferi, questo è uno dei pochi casi: solo
alcune specie di canidi hanno questo tipo di adattamento (proprio di molti
uccelli), altri sono i licaoni, i lupi e i coyote.
Un’altra
cosa importante è senz’altro la ricerca del cibo, infatti gli sciacalli non
sempre fanno solo gli spazzini, spesso cacciano: in scarsità di risorse non è
raro vedere questi animali predare piccoli di gazzella o uccelli delle
dimensioni di un fenicottero, spesso unendosi in più individui possono
attaccare prede anche più grosse di loro. Ma a parte questo, è la ricerca di
carcasse che dà maggior successo alla specie, infatti non c’è dispendio di
energie per ottenerla, ma, ahimé, ci sono più concorrenti intorno alla stessa
risorsa: se per cacciare deve competere con specie più grandi come leoni,
ghepardi, leopardi e iene, per le carcasse oltre alle solite iene, ci sono
anche avvoltoi e marabù, uccelli di notevoli dimensioni disposti a tutto pur di
mangiare.
Quando
due nicchie si sovrappongono, anche fra specie diverse, ci sono due metodi:
l’interazione diretta e lo sfruttamento della risorsa. Il primo è rappresentato
da comportamenti aggressivi diretti verso il concorrente: è il caso dei
mammiferi come lo sciacallo; lo sfruttamento della risorsa è indiretto: viene,
infatti, sfruttata la risorsa a discapito dell’altro, quindi una competizione
indiretta “diminuisco la risorsa a tua disposizione a favore mio”. In entrambi
i casi abbiamo un competitore “superiore” e uno “inferiore”, dove quest’ultimo
deve fare i salti mortali per ottenere quello di cui necessita.
La
natura, però, indica sempre una soluzione; nei millenni si sono sviluppati un
sacco di adattamenti diversi per poter sopperire alle tante problematiche:
sfruttamento delle risorse in momenti diversi della giornata, seguendo le
mandrie in spostamento per avere sempre una media accettabile di risorse a
disposizione oppure sfruttare parti diverse di una stessa risorsa (parti
diverse di una carcassa). Tutto ciò ha portato le specie a vivere ed evolversi
per milioni e milioni di anni, la natura è davvero sorprendente, quindi
impariamo il termine “adattati come uno sciacallo”.
Foto personale; Sciacallo dalla gualdrappa |
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