Il pericolo maggiore per le Alpi sta nella disponibilità idrica, nonostante siano il serbatoio d'acqua più importante d'Europa: danno vita infatti a importantissimi fiumi quali il Reno, il Rodano e il nostro Po. Questo paradosso è dovuto all'urbanizzazione, al turismo di massa, all'agricoltura intensiva, lo sfruttamento ai fini idroelettrici e i cambiamenti climatici; ma soprattutto il penultimo motivo sta prendendo sempre più piede.
Circa il 10% dei corsi d'acqua alpini mantiene la sua naturalità.
Tornando al punto dello sfruttamento per fini idroelettrici, la domanda è sempre più alta dovuta anche agli incentivi per le fonti rinnovabili, andando ad intaccare quei torrenti alpini ancora naturali.
Un altro fattore importantissimo è il turismo di massa e ciò che ne deriva: l'uso crescente di neve artificiale, infatti, aumenta l'erosione e il rischio idrogeologico ripercuotendosi sulla biodiversità (la neve artificiale pesa più del doppio di quella naturale).
A Selva di Val Gardena per esempio, in Trentino Alto Adige, sono stati cancellati 20mila metri quadrati di boschi e pascoli per costruire un enorme bacino artificiale con 70mila metri cubi d'acqua per alimentare i cannoni da neve. Secondo un calcolo del WWF per circa 23.800 ettari di piste con impianti di innevamento vengono usati circa 52-95 milioni di metri cubi d'acqua ogni anno (=cosumo domestico di acqua di 1 milione di italiani).
Anche i cambiamenti climatici concorrono per tutto ciò, infatti con l'innalzamento globale della temperatura molti ghiacciai si stanno sciogliendo, mettendo a rischio la vita di tantissime specie di invertebrati che dipendono dai ghiacciai.
Aggiungo, infine, che anche la presenza di molte specie legate all'acqua è a rischio, una su tutte la lontra europea, presente sempre meno sulle Alpi, addirittura in Trentino la popolazione si è ridotta a poche unità e in molte valli si è addirittura estinta.
Foto personale; Lago di Bombasel, laghetto glaciale (Valle di Fiemme, M.te Cermis) |
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