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martedì 23 aprile 2013

Cetacei del Mediterraneo


I cetacei viventi si dividono in due categorie, Misticeti e Odontoceti: i primi sono tutti quei cetacei di grandi dimensioni che come dentatura hanno i fanoni, ovvero delle 'setole' cornee che servono per filtrare le sostanze nutritive all'interno della bocca, in quanto cibandosi di plancton e piccoli crostacei come il krill hanno bisogno di un apparato che consenta di separare l'acqua dal cibo; gli odontoceti, invece, sono cetacei, lo dice il nome, che hanno i denti; questi animali sono comunemente i delfini, le orche e il capodoglio: dal momento che sono 'top predator' hanno un apparato dentario per cacciare, uccidere e dilaniare le prede, in genere i denti non cadono mai e restano per tutta la vita (a differenza di altri animali marini non hanno ricambi).
In Mediterraneo il più grande rappresentante è la Balenottera comune (Balaenoptera physalus), il secondo animale più grande della Terra secondo solo alla Balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), non presente in Mediterraneo ma che è considerato l'animale più grande mai esistito sulla Terra, più grande persino dei dinosauri. Tornando alla Balenottera comune, è l'unico misticete del Mare Nostrum e può raggiungere i 26 m di lunghezza pesando dalle 30 alle 80 tonnellate; la si riconosce da lontano perché rispetto ad altri cetacei del Mediterraneo non tira mai fuori la coda dall'acqua e il suo soffio è a cono rovesciato alto 5-6 m, visibile a diversi km di distanza. Ultimamente sulle pagine dei giornali locali: questa, infatti, è la specie dell'individuo trovato spiaggiato qualche settimana fa a Rosignano Solvay.
Balenottera comune; foto di http://icestories.exploratorium.edu
Il secondo cetaceo (e animale) più grande del Mediterraneo è il Capodoglio (Physeter macrocephalus), l'odontocete più grande della Terra: può raggiungere i 18 m di lunghezza. Prende il nome da una grossa protuberanza sulla testa al cui interno si trova un organo particolare, lo spermacete, che produce un liquido la cui funzione ancora non è del tutto chiara, anche se delle ipotesi suggeriscono l'importanza del liquido durante le immersioni in profondità per far fronte alla grande pressione dell'acqua; gli inglesi chiamano erroneamente il Capodoglio Sperm whale, in quanto il liquido essendo bianco fu scambiato per sperma al momento della scoperta della specie. Purtroppo questo liquido è stata la causa per molti anni del pericolo di estinzione per questo animale: l'industria dei profumi lo considerava un ingrediente importante, ma per fortuna oggi la popolazione di Capodoglio nel mondo è in ripresa tant'è che nelle liste rosse della IUCN è passato da endangered a vulnerable. Questo odontocete ha i denti solamente sulla mandibola, mentre sulla mascella presenta dei fori dentro i quali si adagiano i denti quando la bocca è chiusa; è un fenomenale predatore che si ciba prevalentemente di calamari che cattura immergendosi a grandissime profondità (fino a 3km), rimanendo sotto per molto tempo (30-45 minuti).
A differenza della Balenottera comune questo cetaceo solleva la coda fuori dall'acqua e lo sfiato è arcuato, prendendo la direzione opposta alla rotta dell'animale.
Capodoglio; foto di http://img00.elicriso.it
Lo Zifio (Ziphius cavirostris), invece, è una specie alquanto bizzarra; molto raro, raggiunge i 6-7 m di lunghezza e le 2-3 tonnellate di peso e appartiene alla famiglia degli zifidi, cioè né una balena né un delfino, ma una categoria di cetacei a parte pur appartenendo al sottordine degli odontoceti.
Il rostro è molto piccolo e anche la pinna dorsale è poco sviluppata, è quasi del tutto privo di denti eccetto che nel maschio ci sono due denti che sporgono dalla mandibola, un pò come un vampiro. Il dimorfismo sessuale è molto marcato in questa specie, la femmina è molto più piccola del maschio; la colorazione va dal melone sulla testa bianco crema al resto del corpo che è grigio scuro. 
Non si conosce molto sulla biologia di questi animali, l'unica cosa che si può dire è che sono dei grandi migratori.
Zifio; foto di http://www.sailingissues.com
Un altro cetaceo molto strano è il Grampo (Grampus griseus), un odontocete privo di rostro di cui si conosce pochissimo. Arriva intorno al 4 m di lunghezza e può pesare sui 600-700 kg, la pinna dorsale è ben sviluppata anche se nelle femmine è molto più piccola (anche qui spiccato dimorfismo sessuale), la colorazione alla nascita è completamente grigio pulito, ma con il passare del tempo gli individui si ricoprono di graffi fino a che in vecchiaia sono completamente bianchi: non si conosce ancora la causa di questi graffi, se siano scontri tra maschi oppure graffi che si procura per una qualche ragione, fatto sta che non si conosce molto su questa specie.
Grampo; foto di http://www.delfinimetropolitani.it
Un cetaceo più comune in Mediterraneo è senz'altro il Globicefalo (Globicephala melas), un odontocete di circa 4-5 m di lunghezza e di 2,5 tonnellate di peso; si chiama così a causa della testa enorme, sulla quale presenta un grosso pallone che probabilmente gli serve per andare in profondità, infatti può raggiungere anche i 600 m in immersione, alla ricerca di prede. Il colore è marrone scuro e in proporzione al corpo ha un enorme pinna dorsale (anche qui le femmine hanno la pinna molto più piccola) a forma di falce. Non è raro vederli fermi immobili a gruppi (spesso moltissimi individui) che galleggiano, questo comportamento è ancora sconosciuto: si riposano o si fingono morti?
Globicefalo; foto di http://www.amicidellavela.it
Venendo ai delfini, quello più conosciuto dalle persone è il Tursiope (Tursiops truncatus), il classico delfino grigio che troviamo nel delfinari o nei parchi acquatici ad intrattenerci con le sue acrobazie; questo aspetto però non deve farci piacere, infatti viene catturato e sottratto al suo habitat naturale per fare cose contro natura: è la specie preferita dai parchi acquatici perché è molto socievole e ha un'incredibile muscolatura su tutto il corpo che gli consente di fare le acrobazie che spesso vediamo.
Viene spesso a contatto con l'uomo perché è una specie costiera, pertanto gli incontri con il Tursiope non sono rari; il maschio è poco più grande della femmina, in genere sono lunghi 3 m e pesano 300 kg, hanno una silhouette molto slanciata e possono raggiungere velocità incredibili (fino a 40-50 km/h).
Tursiope, foto di http://www.biolib.cz
Le altre due specie di delfino che si trovano in Mediterraneo sono la Stenella striata (Stenella coeruleoalba) e il Delfino comune (Delphinus delphis); entrambe queste specie sono pelagiche (vivono in mare aperto) e raggiungono i 2,5 m di lunghezza e i 150 kg di peso. 
La Stenella è molto slanciata, con un rostro affusolato e di colore scuro sul dorso e chiaro sui fianchi; sono animali molto giocherelloni e non è raro osservarli mentre 'cavalcano l'onda di prua' delle navi. Sono grandi migratori e percorrono distanze lunghissime in mare, spostandosi dai luoghi di svernamento ai luoghi di riproduzione. Negli ultimi tempi sono state trovate molte Stenelle spiaggiate sulle coste della Toscana.
Il Delfino comune, nonostante il nome, è il cetaceo più raro del Mediterraneo, tant'è che in alcune zone è già estinto, probabilmente in antichità era molto diffuso: infatti è il cetaceo più rappresentato nei dipinti greci ed egiziani; a differenza della Stenella, questo delfino presenta una clessidra grigio chiara sui fianchi, mentre è grigio scuro sul dorso, anch'esso è molto agile in acqua e raggiunge velocità molto elevate. 
Stenella striata; foto di http://www.lareinadeloceano.altervista.org
Delfino comune; foto di http://farm4.static.flickr.com

















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