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mercoledì 24 aprile 2013

Il pericoli che corrono i cetacei nel Mar Mediterraneo.

Venerdì 12 aprile a Villa Celestina c'è stata un'importante conferenza (dal ciclo 'Conferenze dal Mare' organizzato dal Museo di Scienze Naturali di Rosignano Solvay) sui problemi che riscontrano i cetacei in Mediterraneo.
La conferenza è stata tenuta da una docente tossicologa dell'Università di Siena, la Dottoressa Letizia Marsili; in base ai dati raccolti è stata fatta una comparazione sullo stato di salute fra la popolazione di cetacei del Mediterraneo e quella del Mar di Cortez in Messico.
Prima di parlare dei risultati è bene fare un'importante premessa: i cetacei sono al vertice della catena alimentare di tutti gli ecosistemi marini, pertanto vengono a contatto con la maggior parte delle sostanze dannose e non che circolano in mare. Non è finita qui, a differenza di altri predatori marini i cetacei immagazzinano tutte le sostanze nel grasso sottocutaneo che sviluppano per proteggersi dal freddo, per questo motivo il loro 'gradiente' di assorbimento è elevato.
Le campionature fatte sono state fatte in modo non dannoso per gli animali, tramite un bastone con un piccolo ago si preleva un piccolo campione di derma dall'animale mentre è nel suo ambiente naturale, senza provocare dolore (la sensazione per il cetaceo è come una puntura per le analisi del sangue per noi). Il campione è stato poi analizzato in laboratorio e si è notato che nel sistema adiposo c'erano dei residui di sostanze fortemente inquinanti come il DDT e il PCB; il danno che questi inquinanti fanno ai cetacei è ingente, abbassando le difese immunitarie degli individui permettono ai virus di compiere la loro 'missione' uccidendo l'animale: queste sono le principali cause di spiaggiamenti degli ultimi periodi nel Mar Tirreno.
Nelle cellule dei cetacei c'è un enzima immuno-soppressore che tiene alte le difese immunitarie; nei campioni presi nel Mar di Cortez il valore di concentrazione dell'enzima è molto più elevato dei campioni prelevati in Mediterraneo, dato che certifica una minor esposizione a sostanze inquinanti dei cetacei messicani, che, pertanto, sono in buono stato di salute.
Tutti questi studi mettono in evidenza il grado di inquinamento del Mar Mediterraneo, anche a causa di sostanze che erano considerate fuori uso; il Mare Nostrum a differenza degli Oceani è un mare chiuso, dove le uniche vie di ricambio d'acqua sono lo stretto di Gibilterra e il canale di Suez: il ciclo completo di ricambio d'acqua del Mediterraneo è di circa un secolo e le sostanze che circolano in acqua ci mettono tantissimo tempo ad essere evacuate.
Come se non bastasse ci sono altri pericoli per i cetacei e gli animali marini: ogni anno vengono gettate in mare tonnellate di rifiuti dalle barche, dagli scarichi e dai bagnanti; per lo più questi rifiuti sono plastica, materiale che ha una duplice funzione dannosa: porta a spasso, grazie alle correnti marine, tutte le sostanze inquinanti che incontra che trovano nella plastica un importante mezzo di trasporto, in più molti animali scambiano la plastica per cibo, come le tartarughe marine che scambiano i sacchetti di plastica per meduse (le loro prede preferite) morendo soffocate. Il problema della plastica è molto grande, addirittura negli Oceani sono presenti 'isole di plastica' grandi quanto l'intera Italia, non poco!
Altri problemi che gli animali marini possono riscontrare sono le reti da pesca non a norma e quindi illegali che fungono da prigione mortale; in Giappone (per fortuna non è il caso dell'Italia) ci sono le cosiddette mattanze dei delfini, in particolare globicefali che vengono uccisi con le accette e a bastonate, provocando grida strazianti degli animali, per scopi alimentari: oltre 2000 individui vengono sterminati in questo modo barbaro per preparare sushi e sashimi; in altre regioni asiatiche chi compie la maggior età deve uccidere un cetaceo per provare la sua virilità; nell'estremo nord del nostro emisfero i balenieri uccidono con arpioni (metodo illegale) circa 1400 balene all'anno (tutte specie protette e in pericolo di estinzione), anche in questo caso per scopi alimentari.
Da questi discorsi si capisce che i problemi per questi grandi rappresentanti del mare sono moltissimi e sono importanti gli studi che vengono fatti (sempre in modo non impattante e all'interno dell'habitat naturale) per monitorare lo stato di salute delle popolazioni e per progettare nuovi metodi di conservazione.
Foto di http://marinebio.org; Balenottera azzurra

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