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domenica 23 marzo 2014

Il clima che cambia

Il continuo cambiamento climatico e l'innalzamento delle temperature stanno mettendo a serio rischio molti habitat naturali che dipendono fortemente dal clima e dalle precipitazioni come le montagne. In questi ecosistemi vivono un sacco di specie animali e vegetali sensibilissimi al minimo cambiamento ambientale: Pernice bianca, Arvicola delle nevi, Ululone dal ventre giallo, Stella alpina e Abete bianco sono solo alcune di queste specie.
Le pernici e le arvicole sono giunte alle nostre latitudini durante l'ultima glaciazione seguendo l'avanzamento dei ghiacciai, in seguito con lo scioglimento dei ghiacci queste 2 specie hanno trovato rifugio in alta montagna, in un habitat che gli consente di vivere a determinate condizioni. Il cambiamento minimo di queste condizioni può minare seriamente alla loro sopravvivenza, tant'è che sia le pernici sia le arvicole sono in pericolo.
Lo stesso per quanto riguarda l'Abete bianco che nelle foreste fresche dell'Appennino e delle Alpi trova le ultime roccaforti dove sopravvivere e con esso tutte quelle specie che dipendono dai suoi boschi, come per esempio il Picchio nero.
Anche l'innalzamento delle acque marine dipende fortemente dall'aumento delle temperature e questo minaccia molti habitat retrodunali come lagune e paludi salmastre che a causa dell'arretramento della linea di costa rischiano di scomparire.
I processi evolutivi nella storia della Terra hanno portato a 5 estinzioni di massa per cause naturali producendo risultati dal punto di vista evolutivo, portando la fauna e la flora terrestre attuale; ma, mentre gli animali e le piante sono sempre riusciti a superare momenti critici grazie all'evoluzione e all'adattamento, noi con il nostro stile di vita, adagiato dalle tecnologie e dai vizi, riusciremo ad evolverci?

giovedì 6 marzo 2014

Le zone umide

Fra gli ecosistemi naturali più preziosi per biodiversità e paesaggio sicuramente le zone umide sono al primo posto: comprendono habitat davvero unici come boschi igrofili, laghi retro-dunali, paludi, lagune e torbiere per citare quelli che saltano prima all'occhio, ma non scordiamoci degli habitat umidi più piccoli come lavatoi e piccole pozze d'acqua.
La biodiversità di questi luoghi è davvero incredibile sia per quanto riguarda la flora, sia per quanto riguarda la fauna; i boschi igrofili di Frassino ossifillo, Ontano nero, Farnia e alcune specie di Pioppo (per citarne alcuni) danno all'occhio umano un paesaggio suggestivo e quasi fiabesco in quanto ciò che si para davanti a noi è un bosco allagato; le paludi con i classici canneti fatti da Cannuccia di palude, Fragmite e Falasco offrono riparo a numerose specie di uccelli che usano questi habitat per nidificare e per nascondersi; ma anche pozze d'acqua, piccoli stagni e lavatoi sono importanti, la vegetazione che si forma è molto utile per molte categorie di animali che la usano per deporre le uova come gli anfibi che le attaccano a piante subacquee o in posti riparati dalla vegetazione acquatica. Inoltre, le zone umide sono considerate gli "autogrill" per eccellenza degli uccelli migratori che percorrono rotte davvero lunghe e faticose, alcuni arrivano dal Nord Europa, altri dall'Africa e hanno bisogno di habitat ideali dove fermarsi, recuperare le forze, sfruttarne le risorse e perché no, magari trovare un luogo adatto alla nidificazione o allo svernamento.
Ma quali specie animali e vegetali si possono trovare nelle zone umide? Rimanendo in tema, l'avifauna è la parte più rilevante a livello mediatico, in quanto anche le principali misure di conservazione sono in ottica di salvaguardia degli uccelli migratori. Fra le categorie più importanti di volatidi sono da citare ovviamente gli Anatidi come il Germano reale, il Moriglione, il Mestolone, l'Alzavola, il Codone, la Canapiglia e tanti altri; poi gli Ardeidi con i più conosciuti Airone cenerino, Garzetta, Airone bianco maggiore e i più rari Tarabuso e Airone rosso; i trampolieri e i limicoli come il bellissimo Cavaliere d'Italia, il Chiurlo, la Pettegola, il Fratino, il Corriere grosso ecc; fra i predatori ricordiamo il Falco di palude, la Poiana, la rarissima Aquila anatraia maggiore e dove è presente il Falco pescatore. In un habitat umido, però, ci sono tutta un'altra serie di specie animali che troviamo come gli anfibi, ottimi bio-indicatori in quanto molto delicati e esigenti in termini di bontà di habitat. Qualche esempio: la Raganella, il Rospo comune, il Rospo smeraldino, il Tritone alpestre, la Salamandra pezzata, la Salamandra nera, la Salamandrina perspicillata, il Geotritone italico e tantissimi altri.
La vegetazione e la flora sono, invece, la parte più importante: se non ci fossero non si potrebbero mantenere le zone umide. Citiamo qualche esempio di specie che si possono trovare in un habitat umido: la Menta acquatica, la bellissima Ninfea, alcune piante carnivore come il genere Pinguicola e Drosera, il Ranunculus repens, l'Ibisco di palude senza contare le specie arboree e le specie di canneto che abbiamo citato sopra.
Da qui si evince che le zone umide sono scrigni di biodiversità da conservare perché grazie ad esse numerose specie animali e vegetali trovano rifugio e possono sopravvivere, pertanto è importante la Convenzione di Ramsar (il nome deriva dalla cittadina Iraniana dove fu tenuta nel 1971) che è il principale trattato che regola la conservazione delle zone umide, insieme alla Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli; l'Italia annovera ben 52 siti Ramsar co un totale di 60.223 ettari.