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sabato 28 dicembre 2013

Quando si vuole si può far del bene.

Una storia a lieto fine si è conclusa a Parma qualche settimana fa: un Falco pellegrino (Falco peregrinus) è stato salvato da un'escursionista. L'esemplare era una femmina, che è stata trovata da una ragazza che stava facendo un'escursione nei dintorni di Parma; la "Falchessa" è stata trovata esanime per terra e poi portata il prima possibile al Centro di Recupero della LIPU locale. Il veterinario si è preso cura immediatamente della povera "Falchessa": è stata idrata e rimessa in forze, successivamente liberata nella Riserva Naturale di Torrile e Trecasali a pochi KM dalla provincia emiliana.
Da questo avvenimento possiamo capire come con poco possiamo fare tantissimo per le specie in difficoltà, pertanto adesso possiamo dire che nei cieli di Parma c'è un nuovo Falco pellegrino.

Foto di http://www.ilfatto.net


martedì 24 dicembre 2013

Ibis eremita: le buone notizie arrivano dal Marocco

In Marocco è presente la più importante popolazione selvatica di Ibis eremita (Geronticus eremita), una specie che nella regione Paleartica è fortemente minacciata di estinzione. La colonia è quella di Souss-Massa, Parco Nazionale vicino alla città di Tamri: quest'anno la popolazione ha involato complessivamente 148 giovani, portando a 443 il numero di individui al termine della stagione riproduttivo.
Un tempo questa specie era molto diffusa nel Nord Africa, mentre oggi ne sopravvivono solo tre popolazioni considerevoli, quella del Marocco, quella di Palmira in Siria e, infine, una in Turchia in semicattività, precisamente a Birecik. Queste buone notizie sono il frutto del lavoro fatto da diverse associazioni ambientaliste e in particolare BridLife marocchina e BirdLife spagnola.
Foto di Elisa La Corte, scattata all'Oasi WWF Laguna di Orbetello



lunedì 16 dicembre 2013

Il sinonimo di inverno è migrazione

Sabato 21 dicembre prossimo sarà il primo giorno di inverno e quando ci pensiamo la nostra mente va subito ad immaginare la neve e il gelo; oltre a queste cose l'inverno è l'occasione per molte specie di uccelli di migrare da luoghi dove il clima e le risorse sono sfavorevoli a luoghi che, invece, riesco a soddisfare le esigenze trofiche di questa categoria di vertebrati.
A seconda della specie, possiamo osservare molte strategie diverse per fronteggiare il freddo: per esempio il Pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri) fa fronte a temperature rigidissime (fino a -60°C) grazie ad un piumaggio d'eccezione e al contatto corporeo con gli altri individui della colonia. Molte altre specie risolvono la cosa sottoponendosi a lunghi ed estenuanti viaggi: è il caso delle Oche indiane (Anser indicus) che devono superare barriere geografiche impressionanti come la catena dell'Himalaya ad un altitudine che può raggiungere gli 8.000 metri, con temperature di diverse decine di gradi sotto lo zero; le Dendroiche americane (Setophaga sp.), che pesano poco più di 10g, migrano dall'America centromeridionale tropicale alle foreste boreali canadesi e, talvolta, fino alla tundra artica; è stato documentato, inoltre, che alcuni Cuculi (Cuculus canorus) compiono una migrazione a tappe dalla Scozia all'Africa e quando iniziano il viaggio se si rendono conto che le condizioni non sono ottimali per partire tornano indietro; molte specie, invece, non migrano come la Pernice bianca (Lagopus muta) e il Fagiano di monte (Tetrao tetrix) che compiono piccoli spostamenti di quota e si nascondono in 'igloo' sotto la neve per non disperdere energia; altre specie come una piccolissima cincia americana, Parus atricapillus, quando la temperatura cala sotto i -30°C cessano di muoversi e alimentarsi.
Tutto questo elenco per dire che la natura è meravigliosa e da questo si può evincere quante strategie esistano per far fronte alle avversità ambientali, purtroppo tutti i cambiamenti climatici che stiamo vivendo mettono ancora più in difficoltà queste specie, tardando la migrazione o creando dei cambiamenti repentini di temperatura e precipitazioni che possono dare problemi agli uccelli; è fondamentale l'esistenza delle Oasi e delle Aree Protette che consentano agli uccelli di fermarsi per riprendere le forze prima di rimettersi in viaggio, una sorta di 'Autogrill' per migratori, pertanto è essenziale sostenerle.

sabato 14 dicembre 2013

Il bracconaggio, una delle peggiori calamità al mondo

Il bracconiere è da sempre visto da molta gente come un signore con un fucile che uccide gli animali illegalmente o con pratiche poco carine; in realtà è molto più di così, basti pensare alle migliaia di animali che vengono uccisi all'anno solo per il commercio di parti di esse. Per esempio, gli elefanti vengono uccisi a centinaia ogni anno per l'avorio, che viene venduto a circa 2.000$ al chilo nel mercato nero, soldi che vengono usati per finanziare le maggiori attività criminali della Terra, che hanno più a che vedere con il mondo dell'uomo rispetto al mondo della natura, come per esempio Al-Shebaab.
Non solo gli elefanti, i rinoceronti sono molto a rischio a causa del bracconaggio, ne restano poche migliaia in Africa, altre poche migliaia in Asia, mentre alcune specie dell'Indonesia sono già estinte: anche questi pachidermi vengono uccisi per il prezioso corno, le cui proprietà sono afrodisiache a detta di molte religioni asiatiche (baggianate comunque), addirittura alcuni vengono lasciati in vita senza corno con ferite che sanguinano copiosamente portando l'animale prima a indebolirsi e poi a morire dissanguato; come non dimenticare le tigri, ne rimangono poco più di 3200 in tutta l'Asia, un numero veramente esiguo per questi grandi felidi, che vengono uccisi per le zanne, la pelliccia e gli artigli.
Anche in Italia il bracconaggio va molto di moda, basti pensare ai numerosi esemplari di orso bruno che vengono uccisi ogni anno con bocconi avvelenati e trappole, basti pensare alle tantissime specie di uccelli che vengono catturati con pratiche illegali, soprattutto rapaci (i centri di recupero per gli animali selvatici sono pieni di esemplari impallinati) o specie rare, basti pensare alle tantissime specie marine che rimangono impigliate nelle reti da pesca illegali. Insieme a questo va inserito anche il 'bracconaggio' legale: nel 2013, infatti, è ancora permessa la caccia con i richiami vivi, numerose specie di passeriformi vengono tenuti per il resto della loro vita in gabbiette anguste, al buio (cosa che gli fa perdere la vista), vengono spennati per interrompere le mute, rimangono mutilati per i continui colpi battuti contro le gabbie. Per fortuna ci sono associazioni che fanno qualcosa per questo: la LIPU sta raccogliendo firme per presentare una petizione al Governo attuale per una proposta di legge, cioè abolire la caccia con i richiami vivi, quindi speriamo che ci riesca.