Per cominciare un accenno di
storia del Parco
Il Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena è
il primo Parco Nazionale della Sardegna, l'unico in Italia costituito da tutto
il territorio di un solo comune. E' stato istituito con la legge n.10 del 4
gennaio 1994; il suo Ente gestore e le relative norme di salvaguardia,
attualmente vigenti, sono stati istituiti con Decreto del Presidente della
Repubblica del 17 Maggio 1996.
È un parco geomarino che si estende su una superficie
- tra terra e mare - di circa 18.000 ettari (5.134 ettari di superficie
terrestre e 13.000 ettari di superficie marina) e 180 chilometri di coste. Il
Parco Nazionale comprende tutta l'area marina dell'Arcipelago di La Maddalena e
include anche quella terrestre, ovvero tutte le isole e gli isolotti
appartenenti al territorio del Comune di La Maddalena.
Il Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena rappresenta anche una parte significativa del territorio dello Stato italiano e della Sardegna nell'istituendo Parco marino internazionale delle Bocche di Bonifacio, per la cui realizzazione l'Ente Parco coopera da circa dieci anni con gli organismi corsi preposti alla tutela dell'ambiente.
Il Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena rappresenta anche una parte significativa del territorio dello Stato italiano e della Sardegna nell'istituendo Parco marino internazionale delle Bocche di Bonifacio, per la cui realizzazione l'Ente Parco coopera da circa dieci anni con gli organismi corsi preposti alla tutela dell'ambiente.
Il Parco Nazionale è stato istituito - secondo quanto
previsto per le regioni a statuto speciale dalla legge quadro sulle aree
protette - sulla base di un intesa Stato-Regione Sardegna che prevede interventi
significativi di tutela e di valorizzazione che coinvolgono la popolazione
interessata e che, allo stesso tempo, consentono la fruibilità delle risorse
ambientali, storico-culturali e mantengono in vita le consuetudini, gli usi
civici e il modello di vita della popolazione residente nell'Arcipelago.
Un accenno di storia. La nascita
dell’Arcipelago: Una piccola colonia di pastori provenienti dalla vicina
Corsica, a partire dalla metà del seicento, prende possesso dell'arcipelago e,
soprattutto, dell'isola madre.
Le isole erano disabitate: le uniche probabili presenze sull'isola maggiore furono delle stazioni militari romane e, a Santa Maria, a metà del duecento, un convento di monaci. Le isole intermedie erano frequentate dai pirati barbareschi per le loro scorribande, ma non furono mai abitate finchè gruppi di pastori corsi decisero di porre fine alla loro condizione di transumanti, fermandosi nell'isola maggiore, ponendo le basi per la nascita della comunità di La Maddalena.
Le isole erano disabitate: le uniche probabili presenze sull'isola maggiore furono delle stazioni militari romane e, a Santa Maria, a metà del duecento, un convento di monaci. Le isole intermedie erano frequentate dai pirati barbareschi per le loro scorribande, ma non furono mai abitate finchè gruppi di pastori corsi decisero di porre fine alla loro condizione di transumanti, fermandosi nell'isola maggiore, ponendo le basi per la nascita della comunità di La Maddalena.
In un mare tra i più seducenti del mondo sono
disseminate le isole dell'Arcipelago.
Questo territorio ha avuto piena consacrazione da importanti scrittori, da autori cinematografici e da grandi protagonisti della storia, che hanno lasciato la loro impronta indelebile su queste isole.
Questo territorio ha avuto piena consacrazione da importanti scrittori, da autori cinematografici e da grandi protagonisti della storia, che hanno lasciato la loro impronta indelebile su queste isole.
Nel corso delle nostre puntate
abbiamo spesso trattato di Parchi Naturali terrestri e delle loro problematiche
di gestione. E’ la prima volta che trattiamo di un Parco Nazionale Geomarino,
che tipo di differenze ci sono soprattutto nella gestione e conservazione delle
aree di mare del vostro territorio?
Il Parco Nazionale comprende tutta l'area marina dell'Arcipelago
di La Maddalena e include anche quella terrestre, ovvero tutte le isole e gli
isolotti appartenenti al territorio del Comune di La Maddalena.
Costituito da oltre 60 isole e isolotti di natura granitica e scistosa, l’Arcipelago rappresenta un complesso strettamente interdipendente di mare e terra e costituisce uno dei paesaggi considerati tra i più suggestivi del mondo per morfologie, paesaggio vegetale, mare e biocenosi marine, anche a ragione della sua collocazione geografica nello stretto di Bonifacio, punto di divisione e raccordo del più vasto sistema insulare sardo-corso. La geomorfologia del territorio è caratterizzata da rocce di natura granitica, le cui forme costituiscono veri e propri monumenti naturali.
Costituito da oltre 60 isole e isolotti di natura granitica e scistosa, l’Arcipelago rappresenta un complesso strettamente interdipendente di mare e terra e costituisce uno dei paesaggi considerati tra i più suggestivi del mondo per morfologie, paesaggio vegetale, mare e biocenosi marine, anche a ragione della sua collocazione geografica nello stretto di Bonifacio, punto di divisione e raccordo del più vasto sistema insulare sardo-corso. La geomorfologia del territorio è caratterizzata da rocce di natura granitica, le cui forme costituiscono veri e propri monumenti naturali.
In gran parte del mondo le isole minori con clima favorevole hanno
subito negli ultimi decenni una marcata trasformazione per effetto del turismo
a cui si è aggiunto il degrado degli ecosistemi naturali, ma l’Arcipelago di La
Maddalena - ad eccezione dell'isola principale, sede dell’omonima città e
centro del quarto comune più popoloso della Provincia di Olbia-Tempio (11.870
residenti; dati: Istat 30/04/2011) - costituisce un’eccezione perché ha
conservato una sostanziale condizione di naturalità sia in contesto terrestre
(Spargi, Budelli, Razzoli, Spargiotto, Barrettini, Mortorio e Nibani) sia in
ambito marino e costituisce un positivo esempio di tutela del sistema costiero.
Oltre all'isola di La Maddalena dove sorge la città omonima, e il borgo di Stagnali a Caprera, e una ventina di abitazioni in una ristretta area di Santa Maria ma abitate solo nel periodo estivo, l’Arcipelago è del tutto disabitato, e ha conservato fondamentalmente l'assetto risalente a oltre due secoli or sono, come testimoniato dal Portolano dell'Albini dell'inizio del XIX secolo.
Oltre all'isola di La Maddalena dove sorge la città omonima, e il borgo di Stagnali a Caprera, e una ventina di abitazioni in una ristretta area di Santa Maria ma abitate solo nel periodo estivo, l’Arcipelago è del tutto disabitato, e ha conservato fondamentalmente l'assetto risalente a oltre due secoli or sono, come testimoniato dal Portolano dell'Albini dell'inizio del XIX secolo.
La
differenza sta nel fatto che il Parco tutela, in base alla legge istitutiva dei
Parchi, la 394 del 6 dicembre 1991 sia le parti a mare che quelle a terra. In particolare le Misure di
salvaguardia contenute nel D.P.R. 17 maggio 1996, suddividono il territorio in varie aree
(c.d. "zonizzazione" o "zonazione"), le quali hanno lo
scopo di tutelare le specie vegetali e animali, e più in generale mantenere il
patrimonio complessivo della biodiversità delle piccole isole attraverso il
coinvolgimento di istituzioni e organizzazioni non governative che si occupano
della tutela dell'ambiente.
Le norme di salvaguardia ambientale e la regolamentazione di alcune tipologie di attività nautiche nell'area marina del Parco hanno rappresentato un elemento fortemente innovativo per un territorio particolare come l'Arcipelago di La Maddalena, che, per oltre un trentennio, soprattutto nei mesi estivi, ha subito uno sfruttamento indiscriminato e senza regole.
Le norme di salvaguardia ambientale e la regolamentazione di alcune tipologie di attività nautiche nell'area marina del Parco hanno rappresentato un elemento fortemente innovativo per un territorio particolare come l'Arcipelago di La Maddalena, che, per oltre un trentennio, soprattutto nei mesi estivi, ha subito uno sfruttamento indiscriminato e senza regole.
Link di
riferimento: http://www.lamaddalenapark.it/ente-parco/misure-di-salvaguardia
La quasi totalità dell'estensione del Parco
Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena è un sito di interesse comunitario
(SIC) secondo la Direttiva Habitat 92/43 CE ed è caratterizzato dalla presenza
di oltre 700 entità vegetali, che rappresentano un terzo della flora sarda e
con più di 50 specie endemiche che rappresentano il 25% di quella complessiva
della Sardegna e numerose altre specie rare e di interesse fitogeografico,
nonché numerosi habitat di importanza comunitaria.
Il paesaggio vegetale delle isole è
fortemente condizionato dal fattore vento, insolazione aridità e povertà dei
suoli, dal gradiente altitudine nonché dalla distanza dalla terraferma.
Le principali formazioni vegetali sono quelle
tipiche della fascia costiera mediterranea: è presente una macchia dominata da
ginepro, corbezzolo, fillirea, lentisco, mirto, erica, calicotome, cisto ed
euforbia; verso la costa la vegetazione degrada dalla macchia più bassa alla
gariga dove, tra le fitocenosi più caratteristiche, occorre menzionare quelle
alofile. Le superfici sabbiose e i luoghi più o meno salsi consentono la
presenza di formazioni di alimieti, salicomieti e di vegetazione psammofila.
Parlando di Mar Mediterraneo
vengono in mente alcune vicende che non possono lasciare indifferenti, una su
tutte è la pesca illegale e invasiva, come viene combattuta dal Parco?
La pesca
illegale e invasiva viene combattuta dal Parco attraverso gli Enti competenti
per la tutela del territorio a terra e a mare ( Capitaneria, CFVA, Corpo di
vigilanza ambientale regionale).
Di recente
istituzione anche il CTA, preposto
allo svolgimento dei compiti di sorveglianza e custodia del patrimonio naturale
dell’area protetta e ad assicurare il rispetto del Regolamento e del Piano del
parco, attualmente in fase di stesura, nonché delle Ordinanze dell’Ente Parco;
l’Ente Parco è così assistito nell’espletamento delle attività necessaria alla
conservazione ed alla valorizzazione del patrimonio naturale e nello svolgimento
delle attività di conservazione connesse con le proprie finalità istitutive.
Altre info sul piano operativo 2013 del CTA:
http://www.lamaddalenapark.it/comunicati-stampa/2013-03-01/c-t-a-sottoscritto-il-piano-operativo-2013
Una
settimana fa circa c’è stato proprio un intervento della Capitaneria in merito
alla pesca illegale dei ricci nell’Arcipelago, ti allego il comunicato.
http://www.lamaddalenapark.it/comunicati-stampa/2013-03-14/pesca-dei-ricci-in-zona-vietata-i-ringraziamenti-del-presidente-al-personale-della-capitaneria
Il Parco Nazionale dell’Arcipelago
della Maddalena dà molta importanza agli squali: quali specie troviamo nel
territorio? In cosa consiste il progetto SHARKLIFE?
PROGETTO SHARKLIFE (LIFE10 NAT/IT/000271) -
Azioni urgenti per la conservazione dei pesci cartilaginei in Italia.
Secondo uno studio della IUNC (Unione Internazionale per la
Conservazione della Natura) nel Mediterraneo sono presenti circa 80 specie
diverse di pesci cartilaginei e l’Italia in particolare, grazie alla sua
posizione strategica, ospita 43 specie di squali. Purtroppo, il nostro paese
detiene anche il primato, tutto negativo, di avere la più alta percentuale di
squali e razze minacciate al mondo. SHARKLIFE, il primo maxi-progetto europeo
dedicato alla conservazione degli squali, intende proporre azioni concrete per
la salvaguardia di questi animali puntando alla riduzione della mortalità
causata dalla pesca professionale e sportiva.
Il progetto che è stato reso possibile grazie ai fondi europei del
programma Life+ e da altri co-finanziatori, come il Ministero dell'Ambiente, il
Parco Nazionale dell'Asinara e la Provincia di Reggio Calabria, e coinvolge,
accanto a CTS, i seguenti partner: Agci-Agrital, Fipsas (Federazione italiana
pesca sportiva e attività subacquee), Cibm di Livorno (Consorzio per il Centro
Interuniversitario di Biologia Marina), Fondazione Cetacea, Parco Nazionale
dell'Arcipelago di La Maddalena e Area Marina Protetta delle Isole Pelagie.
Per raggiungere l’obiettivo di salvaguardia degli squali, sono
previste attività di diverso tipo. Alcune sono azioni concrete di
conservazione, come ad esempio la promozione dell’uso degli ami circolari, che
sono dispositivi di pesca a basso impatto per i trigoni viola; lo sviluppo di
un sistema per ridurre la mortalità di squali elefante e di altre grandi specie
marine protette catturate accidentalmente nelle reti da posta e
l’implementazione della politica di “tag and release” per i tornei di
pesca sportiva, il tutto principalmente attraverso il coinvolgimento di
pescatori sportivi e professionisti. Altre azioni sono mirate invece ad
aumentare la sensibilità e la consapevolezza da parte del pubblico riguardo
l’importanza degli squali per gli ecosistemi marini, e questo verrà fatto
attraverso la formazione (seminari e workshop) e l’uso di diversi strumenti di
comunicazione, tra cui una mostra itinerante, il sito web e degli
opuscoli informativi, realizzati ad hoc per i diversi target. Il complesso
delle azioni messe in atto dal progetto, che durerà oltre tre anni, mira a
proteggere gli squali e le altre specie cartilaginee e a cancellare
dall’immaginario collettivo l’idea degli squali visti come “macchine
mangiatrici di uomini” alimentata da tanti libri e film commerciali.
In
particolare l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena sarà
responsabile dell’Azione C.2, con la quale verrà sviluppato un sistema
innovativo per la riduzione delle catture accidentali di squalo elefante e
altri grandi pelagici, in collaborazione con i pescatori della marineria di
Porto Torres e La Maddalena.
Attraverso l’attuazione di tutte le azioni previste dal progetto
SHARKLIFE si intendono raggiungere i seguenti risultati:
1) la riduzione della cattura del trigone viola, Pteroplatytrygon violacea, dell’80%, attraverso l’uso degli “ami circolari”;
2) la riduzione del 100% della pesca agli elasmobranchi durante le competizioni nazionali di pesca sportiva, attraverso l’adozione del sistema “tag and release”;
3) una sensibile diminuzione della cattura di diverse specie di elasmobranchi durante la pesca professionale grazie a nuovi dispositivi di pesca;
4) l’adozione di uno specifico piano di azione per la conservazione degli elasmobranchi da parte delle autorità interessate;
5) lo sviluppo di un sistema innovativo per la riduzione delle catture accidentali dello squalo elefante e di altre grandi specie marine protette;
6) una maggiore collaborazione tra pescatori e popolazione locale sulle politiche di conservazione e l’uso sostenibile delle risorse marine;
7) una maggiore sensibilità del pubblico sui temi della biodiversità.
Occupiamoci di avifauna, che
specie troviamo nel Parco e che progetti di tutela ci sono in particolare per i
siti di nidificazione?
Gli uccelli marini nidificanti nell'Arcipelago di La Maddalena sono
tra gli elementi più caratterizzanti del Parco Nazionale e la loro
conservazione e gestione entra nelle finalità istituzionali dell'area protetta.
I primi censimenti sistematici effettuati nell'Arcipelago risalgono al 1978-80 e si riferiscono al "Progetto Gabbiano corso" del IUCN/WWF Internazionale nel cui ambito sono state raccolte anche informazioni su altre specie di uccelli marini (Schenk, 1979; Schenk & Meschini, 1986).
Successivamente sono stati realizzati censimenti completi o parziali da parte di ricercatori italiani, tedeschi e, soprattutto, francesi i cui risultati sono stati pubblicati soltanto in parte (Thibault et al., 1988; 1989; Schenk & Torre, 1986; 1988). Tutti i dati disponibili relativi al decennio 1985-94 sono affluiti nello studio sul "Parco Marino Internazionale Sardegna Corsica" che individua anche le aree di particolare importanza per l'avifauna nidificante.
Meritano un cenno particolare le ricerche del prematuramente scomparso Giovanni Cesaraccio, sintetizzate nell' Avifauna dell'Arcipelago di La Maddalena (Cesaraccio, senza anno) e, in parte, nell' Atlante degli uccelli nidificanti in Italia (Meschini & Frugis, 1993).
Nel 1998 è stato realizzato da parte di MEDMARAVIS e dell'ICRAM un "Rapporto sull'avifauna marina nidificante Parco Nazionale dell'Asinara, Parco Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena" che analizza la bibliografia esistente e contiene i risultati della ricerca sul campo, iniziata nella seconda metà di giugno, relativamente a Berta maggiore, Berta minore, Uccello delle tempeste, Marangone dal ciuffo, Gabbiano corso e Sterna comune, di cui è stata documentata la riproduzione nel 1998 di Calonectris diomedea, Phalacrocorax aristotelis desmarestii, Larus audouinii e Sterna hirundo.
Ad esclusione del Gabbiano reale, tutte le altre specie godono della particolare protezione della Direttiva "Uccelli selvatici" (79/409), della normativa nazionale (legge n. 157/1992) e regionale (L.R. n. 23/1998). La sottospecie mediterranea del Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii) e il Gabbiano corso (Larus audouinii) figurano inoltre nella "Lista delle specie di uccelli della Direttiva 79/409 considerate come "prioritarie per un cofinanziamento a titolo di Life".
Il Gabbiano corso, unica specie di gabbiano endemico del Mediterraneo, è tuttora inserito nel Red Data Book dell'IUCN come specie "a più basso rischio e dipendente da interventi conservazionistici" a livello mondiale (Lower Risk, conservation dependent).
Nell'ambito del presente lavoro, promosso dal Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena, si presenta una sintesi delle conoscenze attuali, relative all'ultimo decennio, con particolare riferimento al periodo 1999-2001, sullo status faunistico di Berta maggiore (Calonectris diomedea), Berta minore mediterranea (Puffinus yelkouan), Uccello delle tempeste mediterraneo (Hydrobates pelagicus melitensis), Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii), Gabbiano reale mediterraneo (Larus cachinnans), Gabbiano corso (Larus audouinii) e Sterna comune (Sterna hirundo), basata su una critica valutazione della bibliografia specifica e su rilevamenti effettuati per conto del Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena durante i cicli riproduttivi del periodo 1999 - 2001 (Fozzi et al., 2000 e dati inediti del Parco nazionale, Comitato Tecnico-Scientifico).
Va precisato che per la grande importanza che le specie di uccelli marini nidificanti nell'Arcipelago rivestono, occorre un loro monitoraggio annuale, con particolare attenzione alle specie di interesse conservazionistico europeo e "prioritarie per un un cofinanziamento a titolo di LIFE (Comitato Ornis 26/4/1996 e 20/5/1997): Larus audouinii e Phalacrocorax aristotelis desmarestii.
Di seguito vengono sinteticamente esposti i principali dati sulla consistenza numerica complessiva delle singole specie censite nell'area del Parco nazionale, sulla loro importanza nel contesto mediterraneo/europeo, nazionale e regionale, sul loro status legale e di conservazione a livello globale (MON), europeo (EUR), nazionale (IT) e regionale (SAR), utilizzando i nuovi criteri dell'IUCN.
Per ogni specie vengono inoltre indicati i principali fattori di minaccia attuale:
I primi censimenti sistematici effettuati nell'Arcipelago risalgono al 1978-80 e si riferiscono al "Progetto Gabbiano corso" del IUCN/WWF Internazionale nel cui ambito sono state raccolte anche informazioni su altre specie di uccelli marini (Schenk, 1979; Schenk & Meschini, 1986).
Successivamente sono stati realizzati censimenti completi o parziali da parte di ricercatori italiani, tedeschi e, soprattutto, francesi i cui risultati sono stati pubblicati soltanto in parte (Thibault et al., 1988; 1989; Schenk & Torre, 1986; 1988). Tutti i dati disponibili relativi al decennio 1985-94 sono affluiti nello studio sul "Parco Marino Internazionale Sardegna Corsica" che individua anche le aree di particolare importanza per l'avifauna nidificante.
Meritano un cenno particolare le ricerche del prematuramente scomparso Giovanni Cesaraccio, sintetizzate nell' Avifauna dell'Arcipelago di La Maddalena (Cesaraccio, senza anno) e, in parte, nell' Atlante degli uccelli nidificanti in Italia (Meschini & Frugis, 1993).
Nel 1998 è stato realizzato da parte di MEDMARAVIS e dell'ICRAM un "Rapporto sull'avifauna marina nidificante Parco Nazionale dell'Asinara, Parco Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena" che analizza la bibliografia esistente e contiene i risultati della ricerca sul campo, iniziata nella seconda metà di giugno, relativamente a Berta maggiore, Berta minore, Uccello delle tempeste, Marangone dal ciuffo, Gabbiano corso e Sterna comune, di cui è stata documentata la riproduzione nel 1998 di Calonectris diomedea, Phalacrocorax aristotelis desmarestii, Larus audouinii e Sterna hirundo.
Ad esclusione del Gabbiano reale, tutte le altre specie godono della particolare protezione della Direttiva "Uccelli selvatici" (79/409), della normativa nazionale (legge n. 157/1992) e regionale (L.R. n. 23/1998). La sottospecie mediterranea del Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii) e il Gabbiano corso (Larus audouinii) figurano inoltre nella "Lista delle specie di uccelli della Direttiva 79/409 considerate come "prioritarie per un cofinanziamento a titolo di Life".
Il Gabbiano corso, unica specie di gabbiano endemico del Mediterraneo, è tuttora inserito nel Red Data Book dell'IUCN come specie "a più basso rischio e dipendente da interventi conservazionistici" a livello mondiale (Lower Risk, conservation dependent).
Nell'ambito del presente lavoro, promosso dal Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena, si presenta una sintesi delle conoscenze attuali, relative all'ultimo decennio, con particolare riferimento al periodo 1999-2001, sullo status faunistico di Berta maggiore (Calonectris diomedea), Berta minore mediterranea (Puffinus yelkouan), Uccello delle tempeste mediterraneo (Hydrobates pelagicus melitensis), Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii), Gabbiano reale mediterraneo (Larus cachinnans), Gabbiano corso (Larus audouinii) e Sterna comune (Sterna hirundo), basata su una critica valutazione della bibliografia specifica e su rilevamenti effettuati per conto del Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena durante i cicli riproduttivi del periodo 1999 - 2001 (Fozzi et al., 2000 e dati inediti del Parco nazionale, Comitato Tecnico-Scientifico).
Va precisato che per la grande importanza che le specie di uccelli marini nidificanti nell'Arcipelago rivestono, occorre un loro monitoraggio annuale, con particolare attenzione alle specie di interesse conservazionistico europeo e "prioritarie per un un cofinanziamento a titolo di LIFE (Comitato Ornis 26/4/1996 e 20/5/1997): Larus audouinii e Phalacrocorax aristotelis desmarestii.
Di seguito vengono sinteticamente esposti i principali dati sulla consistenza numerica complessiva delle singole specie censite nell'area del Parco nazionale, sulla loro importanza nel contesto mediterraneo/europeo, nazionale e regionale, sul loro status legale e di conservazione a livello globale (MON), europeo (EUR), nazionale (IT) e regionale (SAR), utilizzando i nuovi criteri dell'IUCN.
Per ogni specie vengono inoltre indicati i principali fattori di minaccia attuale:
Progetto
monitoraggio avifauna:
Concluse le attività relative al monitoraggio
dell’avifauna migratrice in passaggio nel territorio del Parco Nazionale
dell’Arcipelago di La Maddalena per il periodo compreso tra il 20 Gennaio 2012
e il 3 Dicembre dello stesso anno. Nel corso della stagione di campionatura,
sono stati catturati e inanellati 3990 esemplari appartenenti a 53 diverse
specie. Le catture hanno riguardato 13 specie non passeriformi e 40
passeriformi (rispettivamente 122 e 3868 individui), il lavoro è stato
realizzato per conto dell’Ente Parco dalla Società Anthus di Sergio Nissardi e
Carla Zucca, professionisti appositamente accreditati presso l’ISPRA “Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale” del Ministero
dell’Ambiente. A questo si aggiunge il monitoraggio del marangone dal ciuffo e
del gabbiano corso. Tutte le operazioni sono state condotte in collaborazione
con il personale dell’Ufficio Ambiente dell’Ente Parco
I buoni risultati ottenuti evidenziano che il sito del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena è fra quelli idonei a far parte di una rete regionale per l’osservazione dell’avifauna, in grado di fornire dati utili a una pianificazione coerente con la “Direttiva uccelli” dell’Unione europea. Tra le specie più catturate: il Pettirosso, la Capinera, il Beccafico e il Lui grosso. Da segnalare due particolari catture: quella di un regolo e quella di una ghiandaia marina la cui presenza è rara nel territorio del Parco. Le attività dei ricercatori effettuate nel periodo riproduttivo mostrano due picchi di cattura in particolare intorno alla metà di aprile e alla metà di luglio. Nel periodo post riproduttivo è verificabile invece un picco più modesto nella prima decade di ottobre e uno più consistente alla fine dello stesso mese. Le attività di inanellamento sono state eseguite in primavera in collaborazione con alcune classi delle scuole di La Maddalena nell’ambito dell’offerta di educazione ambientale proposta dal Parco.
Il personale dell’Ufficio ambiente dell’Ente Parco ha partecipato attivamente alla campagna di censimento e inanellamento del Marangone dal ciuffo, accompagnando i ricercatori in prossimità dei nidi e contribuendo al rilevamento dei dati. La presenza di insediamenti riproduttivi è stata accertata in 21 siti del Parco, dove sono stati rilevati 545 nidi; oltre gli adulti sono stati inanellati 64 pulcini in nove delle isole occupate. Le osservazioni hanno evidenziato spostamenti post riproduttivi anche rilevanti: un adulto inanellato all’Isola del Porco (Isola di Caprera) è stato fotografato dopo otto mesi presso la costa ligure occidentale. I dati forniti dal rilevamento confermano il territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena tra i più rilevanti rispetto alla popolazione mondiale di marangone dal ciuffo. Tra i fattori limitanti per la colonia sono stati individuati: la rigidità del clima, che condiziona il successo riproduttivo della specie, e la pesca con tramagli in prossimità del sito di riproduzione.
L’Arcipelago si conferma un’area chiave anche per la conservazione del Gabbiano corso. Dai ricercatori è stata censita una colonia di 65 individui sull’Isola di Razzoli rilevata a partire dalla seconda metà di maggio. La colonia di Santo Stefano, segnalata nel corso dell’annualità precedente, non si è insediata nel 2012. Al buon successo riproduttivo della colonia ha contribuito verosimilmente il divieto di ormeggio e sbarco sul sito, emanato con tempestività dall’Ente Parco.
Per tutte le persone interessate ad approfondire la ricerca, nel corso delle prossime settimane il lavoro svolto sarà presentato dagli operatori presso il CEA Centro di Educazione Ambientale del Parco a Stagnali, verrà data adeguata comunicazione dell’appuntamento.
I buoni risultati ottenuti evidenziano che il sito del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena è fra quelli idonei a far parte di una rete regionale per l’osservazione dell’avifauna, in grado di fornire dati utili a una pianificazione coerente con la “Direttiva uccelli” dell’Unione europea. Tra le specie più catturate: il Pettirosso, la Capinera, il Beccafico e il Lui grosso. Da segnalare due particolari catture: quella di un regolo e quella di una ghiandaia marina la cui presenza è rara nel territorio del Parco. Le attività dei ricercatori effettuate nel periodo riproduttivo mostrano due picchi di cattura in particolare intorno alla metà di aprile e alla metà di luglio. Nel periodo post riproduttivo è verificabile invece un picco più modesto nella prima decade di ottobre e uno più consistente alla fine dello stesso mese. Le attività di inanellamento sono state eseguite in primavera in collaborazione con alcune classi delle scuole di La Maddalena nell’ambito dell’offerta di educazione ambientale proposta dal Parco.
Il personale dell’Ufficio ambiente dell’Ente Parco ha partecipato attivamente alla campagna di censimento e inanellamento del Marangone dal ciuffo, accompagnando i ricercatori in prossimità dei nidi e contribuendo al rilevamento dei dati. La presenza di insediamenti riproduttivi è stata accertata in 21 siti del Parco, dove sono stati rilevati 545 nidi; oltre gli adulti sono stati inanellati 64 pulcini in nove delle isole occupate. Le osservazioni hanno evidenziato spostamenti post riproduttivi anche rilevanti: un adulto inanellato all’Isola del Porco (Isola di Caprera) è stato fotografato dopo otto mesi presso la costa ligure occidentale. I dati forniti dal rilevamento confermano il territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena tra i più rilevanti rispetto alla popolazione mondiale di marangone dal ciuffo. Tra i fattori limitanti per la colonia sono stati individuati: la rigidità del clima, che condiziona il successo riproduttivo della specie, e la pesca con tramagli in prossimità del sito di riproduzione.
L’Arcipelago si conferma un’area chiave anche per la conservazione del Gabbiano corso. Dai ricercatori è stata censita una colonia di 65 individui sull’Isola di Razzoli rilevata a partire dalla seconda metà di maggio. La colonia di Santo Stefano, segnalata nel corso dell’annualità precedente, non si è insediata nel 2012. Al buon successo riproduttivo della colonia ha contribuito verosimilmente il divieto di ormeggio e sbarco sul sito, emanato con tempestività dall’Ente Parco.
Per tutte le persone interessate ad approfondire la ricerca, nel corso delle prossime settimane il lavoro svolto sarà presentato dagli operatori presso il CEA Centro di Educazione Ambientale del Parco a Stagnali, verrà data adeguata comunicazione dell’appuntamento.
I risultati saranno presentati il
23 maggio nel corso della settimana europea dei parchi, dal 20 al 25 maggio. (
se ti servono maggiori informazioni su questo mega evento ci possiamo
risentire).
Sempre
a proposito di vegetazione, in un ecosistema mediterraneo è importante la
macchia mediterranea a tutti i suoi stadi; quali stadi di macchia mediterranea
ci sono nel Parco e come viene conservata questo tipo di vegetazione, in
relazione alle problematiche che in genere sorgono come per esempio gli
incendi.
Nel Parco
Nazionale sono presenti due livelli di macchia bassa caratterizzata dal cisteto
e macchia alta identificabile con l’ericeto – con corbezzolo e filirea. Il primo caso in genere è
riconducibile a sistemi degradati a seguito di incendi per i quali l’Ente Parco
sta predisponendo interventi di rimboschimento. Nel secondo caso abbiamo in
genere una propensione del sistema alla rinaturalizzazione spontanea verso la
lecceta, pertanto l’Ente sta attuando tecniche selvicolturali che assecondano
queste dinamiche.
Ultima domanda: come è possibile visitare il
Parco? Ci sono iniziative particolari aperte al pubblico durante l’anno?
Il parco è
sempre visitabile, ovviamente chiunque può venire a La Maddalena, percorrere i
nostri sentieri durante la primavera e l’autunno ma anche d’inverno, se questo
non è troppo rigido e , ovviamente d’estate quando l’Arcipelago è affollato dai
turisti.
Le prossime
iniziative in fase di programmazione si terranno a maggio. La settimana europea
dei Parchi, infatti, vedrà l’Ente impegnato in una serie di eventi che si
terranno dal 20 al 25 maggio in occasione della settimana europea dei Parchi.
Una serie di
iniziative che mirano a promuovere i lavori scientifici svolti dal Parco nel
corso dell’anno ma anche promozione del territorio.
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