In Italia tutto è cominciato con le riunioni del Consiglio direttivo dell'appena nato WWF, le quali vertevano sulla possibilità di togliere un lago in Maremma ai cacciatori e agli abusi con la finalità di proteggere l'habitat e migliaia di uccelli migratori come anatre e folaghe. Tutto ciò nel lontano 1967, all'epoca una tale operazione costava circa 4 milioni di lire, ma nel WWF i soci erano 1.000 e la quota annuale appena 3.000 lire; la situazione era ardua perché si trattava di accoppiare ad un'attività di sensibilizzazione, denuncia, informazione, convegni e pubblicazioni, un'operazione concreta sul territorio, anche se molto costosa per il momento che attraversavano le casse dell'associazione. Tuttavia l'idea piacque agli allora soci, la somma fu reperita e fu creata proprio nel 1967 la prima Oasi WWF: il Lago di Burano (Grosseto).
Nel 1985, invece, una grande foresta sarda, rifugio degli ultimi Cervi sardi (Cervus elaphus corsicanus), fu messa in vendita. Anche qui la situazione fu difficile, perché in cassa c'erano soltato 100 milioni di lire, quando il valore del terreno si aggirava intorno al miliardo da versare, per altro, in sei mesi, l'alternativa? Consegnare la foresta in mano alla speculazione e alla distruzione; l'entusiasmo arrivò anche in questo caso, arrivarono donazioni da tutta Italia e i bambini di Panda Club raccolsero 250 milioni di lire vendendo francobolli chiudilettera da 500 lire. L'Oasi WWF di Monte Arcosu, oggi, è stata ampliata di altri 600 ettari, i cervi da 100 sono diventati 1000 e, inoltre, stazzi e ovili sono aperti al pubblico: turisti e scolaresche ogni anno portano il loro contributo per visitare l'oasi.
Nel corso degli anni sono state fatte altre operazioni simili un po' in tutta Italia, tant'è che oggi il WWF è una sorta di Parco Nazionale diffuso in tutto il paese per ben 35mila ettari: la quinta forza per quanto riguarda la conservazione e la gestione di aree protette. I risultati dell'opera del WWF in tutti questi anni sono ingenti: in Sardegna i cervi sardi sono arrivati a 7.000 capi e per di più sono stati reintrodotti in Corsica; la Lontra (Lutra lutra), ridotta a poche decine negli anni '70, è tornata a farsi vedere in molti fiumi e corsi d'acqua nel sud Italia, grazie alla creazione di Oasi completamente dedicate e progetti di reintroduzione e conservazione mirati; nelle paludi e nelle lagune, dopo che nel 1971 Italia Nostra e WWF ottennero il blocco delle bonifiche, decine di specie di uccelli migratori sono tornati a farsi vedere nel nostro paese: fenicotteri, avocette, aironi bianchi maggiori, cormorani, cavalieri d'Italia ecc.
Purtroppo oggi a causa della crisi economica tutta l'opera del WWF inizia a dare segni di fatica, come tutte le attività del resto: se c'è da tagliare qualche contributo di Ministeri, la scelta di Regioni e Province è sempre la stessa. Come se non bastasse anche un sacco di eventi disturbano il lavoro dell'associazione: atti vandalici, incendi, alluvioni, andamenti climatici e calo di ingressi per la crisi (anche se questi coprono una piccola parte dei costi). Tutto ciò compromette l'ambiente e le strutture di visita, pertanto molti tesori di biodiversità come le orchidee, oppure animali come le salamandre, le tartarughe marine e i falchi pellegrini oggi sono in forte sofferenza.
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