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lunedì 20 maggio 2013

Uccelli marini a rischio!!

Ancora una volta ci troviamo a scrivere sulla pessima situazione che vivono gli uccelli marini a causa della pesca intensiva.
Secondo uno studio di un biologo marino di BirdLife international, e diffuso in Italia da LIPU BirdLife Italia, si è appreso come siano deleterie le metodiche di pesca con reti a 'tramaglio': il numero degli individui morti a causa di questo sistema supera di gran lunga quello dovuto a pesca intensiva con palangari.
Purtroppo i metodi con palangari e reti a strascico sono stati studiati molto di più, riuscendo a trovare soluzioni, per quanto riguarda le reti a tramaglio la conoscenza non è stata ancora approfondita in modo esauriente. I tramagli sono reti fisse utilizzate in gran parte per la pesca costiera e realizzate in pregiato nylon che le rende invisibili; gli uccelli rimangono spesso impigliati alle reti, annegando in una lenta agonia.
Tra le specie più a rischio ci sono i pinguini di Humbolt, la moretta codona, la rarissima urietta mormoreggiata e uccelli più comuni come l'uria. Spesso nelle reti rimangono anche altre categorie di rappresentanti del mare come balene, delfini, squali, foche e tartarughe marine.
I livelli più elevati di catture sono stati riscontrati nel Mar Baltico dove si contano circa 76.000 uccelli marini uccisi ogni anno; altre aree geografiche dove si riscontrano cifre elevate sono i paesi del nord e nord-ovest dell'Oceano Pacifico, il sud dell'Oceano Atlantico, il Mar Mediterraneo, il Sud-Est Pacifico e le acque coreane e giapponesi.
Purtroppo, come scritto sopra, gli interventi e le ricerche sul miglioramento di queste metodiche di pesca sono state sporadiche, tuttavia BirdLife sta chiedendo misure vincolanti da includere nella Politica comune della pesca (Pcp) del Parlamento Europeo, l'obiettivo? Migliorare la raccolta dati e finanziare la ricerca al fine di trovare i modi migliori per evitare queste stragi.
Pinguini di Humbolt; foto di http://us.123rf.com

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