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giovedì 29 novembre 2012

Il caldo di montagna

Negli ultimi anni si parla sempre più di riscaldamento globale del pianeta; un fenomeno che sta colpendo in maniera drastica molti ecosistemi che sono nati in condizioni di bassa temperatura: uno di questi sono le Alpi.
La catena alpina è uno degli scrigni di biodiversità più importanti al mondo in sede sia di fauna sia di flora, comprende un sacco di endemismi e ospita tutte quelle specie che alla fine dell'era glaciale si sono ritirate su queste montagne dove erano rimaste le condizioni ambientali per consentire loro la vita in seguito al ritiro dei ghiacci.
Il riscaldamento globale sta colpendo drasticamente questi ambienti, soprattutto le zone di alta quota con scioglimento di ghiacciai e nevi perenni.
Per quanto riguarda la conservazione di questo monumento naturale nel 2000 c'è stata la Convenzione per la protezione delle Alpi, alla quale hanno aderito l'Unione Europea e i paesi che godono della presenza della catena alpina: Italia, Austria, Confederazione Elvetica, Francia, Germania, Principato di Monaco, Slovenia e Liechtenstein. Tanto però si deve fare e il WWF sta facendo pressione totale sul Governo perchè attui in modo adeguato tutti i punti della Convenzione.
Molte specie sono a rischio, vediamone alcune:
Ermellino (Mustela erminea): specie tipica del panorama alpino soprattutto dei boschi e delle praterie di alta quota, è un mustelide molto particolare in quanto cambia la colorazione del pelo in inverno diventando da marrone a completamente bianco eccetto per una punta sulla coda e le punte delle orecchie che rimangono nere. Il pericolo che rischia questo abitante alpino è soprattutto legato al suo cambiamento di livrea, con lo scioglimento dei ghiacci sarebbe più facilmente visibile sia alle prede sia ai predatori.
Fringuello alpino (Montifringilla nivalis): questo passeriforme vive in alta quota ed è comune vederlo anche vicino ai rifugi per la sua indole socievole verso gli umani. Nonostante ciò è molto raro vederlo, in genere durante il periodo invernale forma dei gruppi insieme al Fringuello comune ed è espressamente adattato per vivere in alta quota, quindi sensibile al riscaldamento.
Arvicola delle nevi (Chiononys nivalis): piccolo roditore che vive in alta quota, sul Monte Bianco è possibile trovarlo anche a 4100m s.l.m. Si nutre principalmente di vegetazione e raramente di insetti, quindi un cambiamento climatico andrebbe a minare le risorse che usa per alimentarsi.
Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata): rarissimo anfibio che vive nei pressi dei laghetti glaciali o nei boschi di alta quota, legato principalmente all'acqua. Deve il suo nome al verso che emette durante il periodo dell'accoppiamento; ha un colore molto bello, blu scuro sul dorso arancione sul ventre, ed è molto piccolo solamente 5cm di lunghezza.
Per questa specie la siccità e la diminuzione di precipitazioni sono le cause principali della riduzione della popolazione.
Stella alpina (Leontopodium alpinum): questa asteracea è il simbolo delle alpi, cresce in piccole aiuole rupestri di alta quota e come tutte le specie legate a questi ambienti è molto sensibile ai cambiamenti climatici.
Abete bianco (Abies alba): albero molto bello legato alle tradizioni natalizie è presente con ottime densità sulle Alpi, ma è possibile trovarlo anche in Appennino in stazioni relitte risalenti a 12.000 anni fa quando ancora c'era l'ultima glaciazione. Anche questa conifera è molto sensibile all'innalzamento della temperatura.
Foto personale; Stella alpina


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