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lunedì 26 novembre 2012

La strage silenziosa del bracconaggio

In questi anni abbiamo assistito a vere e proprie stragi a causa del bracconaggio: rinoceronti, elefanti, tigri e molte altre specie sono perseguitate da questo fenomeno devastante.
Per fare un esempio, al mondo esistono cinque specie di rinoceronte, tre delle quali sono classificate dalla IUCN (l'organo internazionale che si occupa dello stato delle popolazioni delle specie di animali e piante nel mondo) come critically endangered, senza contare che ogni anno continuano ad essere uccisi centinaia di rinoceronti: nel 2011 448 sono gli esemplari abbattuti in Sud Africa e quest'anno, non ancora finito, siamo già a 381. Non dimentichiamoci degli elefanti, circa 5mila sono stati uccisi negli ultimi cinque anni nel Nord del Congo, mentre per quanto riguarda le tigri ne restano al mondo solamente 3200.
Una delle campagne portate avanti dal WWF si chiama "Kill the trade that kills", la quale si impegna a contrastare il bracconaggio e soprattutto il commercio illegale delle parti del corpo di questi animali, soggetti a veri e propri mercati.
Occorre però anche l'aiuto dei governi, impegnarsi a modificare leggi e norme, amplificare i controlli, maggiore protezione della biodiversità, bando definitivo del commercio di avorio: queste sono solo alcune delle cose che potrebbero fare al caso della situazione e di questa campagna.
In Vietnam per esempio si assiste al commercio illegale del corno di rinoceronte usato come cura nella medicina locale contro malattie gravi come i tumori; ovviamente tutto ciò è solo una leggenda metropolitana e servono severe norme da parte del governo vietnamita che proibiscano in maniera più assoluta questo traffico illegale.
Per gli elefanti è bene ricordare la strage che è avvenuta in Camerun fra gennaio e marzo di quest'anno che ha visto uccisi più di 300 individui, per giunta nel Parco Nazionale di Bouba N'Djida.
Anche per quanto riguarda la tigre la situazione non è rosea: ne restano solo 3200 e ogni anno si assiste a uccisioni per commercio illegale soprattutto di pelli. E' necessario in questo caso che tutti e 13 i Paesi che ospitano le ultime tigri si trovino d'accordo per mettere su una rete di conservazione e prevenzione per questa specie.
Fra 10-20 anni di questo passo non saremo più in grado di far vedere a un nostro figlio cos'è una tigre o un elefante, quali animali meravigliosi sono, perchè dall'estinzione non si torna indietro.

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