Iniziando dal lupo, nel corso dei secoli ci sono stati tantissimi progetti di conservazione, soprattutto dagli anni '70 periodo in cui il lupo sembrava quasi scomparso dal territorio italiano; in questi anni fu avviata dal WWF l'operazione "San Francesco", un progetto dedicato interamente a questo grande predatore e che negli anni ha riscosso molti risultati positivi. Ancora oggi però circa il 10% della popolazione italiana finisce vittima di bracconaggio, trappole e bocconi avvelenati, ma uno dei pericoli maggiori sta nel randagismo dei cani. Ogni anno vengono abbandonati migliaia di cani da famiglie che li considerano veri e propri oggetti: una volta venuti a noia i cani vengono abbandonati come rifiuti; questo fenomeno ha creato veri e propri branchi di cani randagi che spesso vanno ad incrociarsi con piccoli branchi di lupi generando ibridi e facendo perdere al predatore la sua vera identità.
Il WWF nel merito della questione ha realizzato un progetto chiamato "LIFE Ibriwolf" dedicato a sensibilizzare il pubblico, esperti, tecnici e amministrazioni sulla gestione del randagismo e quindi convincere le persone con campagne e conferenze a non abbandonare i cani; inoltre, per il momento sono state prese in considerazione due aree campione della Toscana (Monte Amiata e Parco della Maremma) in cui c'è un vero e proprio controllo degli ibridi: una volta trovati vengono rimossi e trasferiti in aree faunistiche controllate come il CRASM WWF di Semproniano (GR).
Per quanto riguarda l'orso bruno la situazione è molto più complicata poichè in Italia la popolazione di questo plantigrade è veramente ai minimi: se ne contano 50 in Abruzzo (Orso marsicano) e circa 30 sulle Alpi concentrati soprattutto tra Trentino Alto-Adige e Friuli-Venezia-Giulia. Il numero esiguo di orsi in Italia è dovuto principalmente a frammentazione dell'habitat, alle pressioni dell'attività venatoria e dalla conflittualità con l'uomo. In particolare per quest'ultimo punto il rapporto uomo-orso non è mai stato idilliaco; da sempre il carnivoro è attratto dalle risorse umane, spesso entrando nelle fattorie e razziando, ma ancor più spesso è malvisto dall'uomo per leggende metropolitane anche perchè se si contano i danni da orso nella storia recente sono davvero esigui. Per questo motivo in passato si è cercato di trovare rimedio: la Provincia di Trento ad esempio aveva messo a disposizione dei proprietari di malghe e dei pastori un'assicurazione contro i danni da animale selvatico, stanziando un massimale da circa €300.000 per anno assicurativo, soluzione che ha riscosso successo ma che non ha di certo risolto la situazione all'orso, vittima sempre di cattivo giudizio da parte della gente e spesso preso a fucilate.
Anche per quanto riguarda l'orso il WWF sta portanto avanti il progetto "Life Arctos" atto alla conservazione del plantigrade; il progetto ha raggiunto importanti risultati ma ancora ci sono aspetti da limare, per esempio in Abruzzo era stato deciso un calendario venatorio che non considerava le esigenze ambientalistiche e ha portato le varie associazioni naturalistiche a presentare ricorso. Come se non bastasse a settembre in Val Rendena (Trentino) è stato trovato morto un orso vittima di bracconaggio. La strada è ancora lunga, tortuosa ma da perseguire per la salvaguardia di questi due splendidi animali.
Foto di http://www.news.giudicarie.com |
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