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sabato 9 marzo 2013

Emergenza tigre

Secondo uno studio portato a termine da TRAFFIC (il network che monitora il commercio illegale di natura selvatica) negli ultimi 13 anni sono state recuperate parti del corpo di tigri (denti, pelli, ossa, crani, artigli) che sembra appartenessero a circa 1400 esemplari.
L'analisi è stata fatta nel periodo che va dal 2000 al 2012 in 12 paesi chiave per questo grande felide ad esclusione della Cambogia; il lavoro è stato poi portato davanti alla CITES ( Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione di flora e fauna selvaticca) radunatasi a Bangkok in Thailandia.
Analizzando i dati che emergono, circa 654 sequestri di parte di tigre che vanno da ossa, artigli, denti, teschi ecc, con almeno 110 tigri uccise all'anno, ovvero poco più di 2 a settimana. Il dato "positivo", se così si può chiamare, è che l'89% dei sequestri è avvenuto al di fuori delle aree protette, sottolineando l'importanza di questi luoghi e del lavoro svolto per la conservazione di questo felide e per limitare l'ingresso dei bracconieri nelle aree protette.
Un altro dato significativo sta nel quantitativo di esemplari vivi catturati nei 3 anni precedenti all'ultima riunione mondiale della CITES tenutasi nel 2010: 61 tigri vive sequestrate, quindi circa il 50% del numero complessivo (123). La Thailandia è stato il luogo più importante con l'interdizione del commercio di 30 tigri, appena dietro si colloca Laos 11, Indonesia 9 e Vietnam 4. Tuttavia in questi paesi c'è una bassa stima di popolazione di tigre, pertanto si ritiene che questi esemplari siano stati presi da allevamenti illegali o zoo senza scrupoli; questo fenomeno, purtroppo, lo ritroviamo anche in Italia dove sono state sequestrate numerose tigri tenute in cattività in condizioni pessime e molte delle quali sono ancora senza una casa dove stare, ovvero nelle mani di proprietari illegittimi e criminali.
Di 13 paesi significativi per questo grande felide asiatico solamente l'India ha fornito dati precisi riguardo ai "punti caldi" in cui il commercio illegale è in corso: Dehi, altri luoghi prossimi ad aree protette come Uttar Pradesh, India centrale, West Bengal e il passaggio a sud dell'India dei Gathi occidentali.
La collaborazione dell'India è stata molto importante perché ha permesso di identificare i punti chiave del commercio e di effettuare un analisi spaziale di esso.
Per far fronte a questo problema è importante l'impegno di tutte le forze in gioco ovvero le Associazioni ambientaliste (che fanno già tanto), i governi, le istituzioni, gli enti pubblici e privati e infine la popolazione che acquista i prodotti, che deve accertarsi della provenienza di essi rinunciando all'acquisto qualora sia incerta.
Foto di http://images4.wikia.nocookie.net


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