Dal 2001 a oggi solo nel territorio dell'Unione Europea sono stati uccisi circa 2 milioni di uccelli marini nelle attrezzature da pesca; una causa di morte che da anni sta spopolando in tutto il mondo e per la quali moltissime specie sono a rischio di estinzione: come 17 specie delle 22 esistenti di Albatros.
Il problema del "Bycatch" ha attirato l'attenzione di molte associazioni ambientaliste come BirdLife Europa che ha convinto la Commissione della Comunità Europea ad avviare un piano d'azione per la tutela degli uccelli marini.Tuttavia, il Piano è solo volontario ed ha bisogno di misure giuridicamente vincolanti nell'ambito della Politica comune della Pesca (PCP), per esempio l'obbligo delle barche da pesca di raccogliere e fornire dati sulle specie catturate accidentalmente.
L'obiettivo primario è quello di diminuire le catture di uccelli marini da parte delle navi da pesca, mitigando l'impatto con essi e quindi evitare di farli venire a contatto con le attrezzature da pesca: per esempio rendere meno visibili dall'esterno gli ami da pesca che potrebbero essere scambiati dagli uccelli per prede, l'utilizzo di reti più pesanti e l'uso di deterrenti acustici.
Nelle acque del nord prevalentemente Mar Baltico e Mare del Nord la morte degli uccelli marini è provocata dalla pesca con palangari, reti da posta e in minor misura da reti da strascico e da circuizione. Circa 100.000 uccelli vengono uccisi ogni anno in reti da posta nel Mare del Nord orientale, mentre per quanto riguarda la pesca al nasello con palangari, migliaia di uccelli marini di grandi dimensioni come le berte vengono uccise ogni anno da navi per lo più spagnole che pescano nei mari dell'Irlanda.
Tutto ciò ovviamente va contro la Direttiva Uccelli redatta per proteggere uccelli marini di interesse comunitario come la Berta delle Baleari, la Berta minore del Mediterraneo, l'Orco marino, l'Edredone di Steller e la Moretta codona che ogni anni si impigliano nelle reti o rimangono vittima di attrezzature da pesca.
Questo Piano è un passo fondamentale verso la conservazione di questi animali che sono gli indicatori più carismatici per quanto riguarda la salute dell'oceano, pertanto adesso la palla passa agli Stati Membri che dovranno approvare il Piano in Consiglio dell'Unione europea.
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