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sabato 5 ottobre 2013

Una specie fantastica che non dobbiamo perdere

La Tigre (Panthera tigris), il più grande felide presente sul Pianeta Terra; un tempo il suo areale comprendeva gran parte dell'Asia, adesso è limitata a poche aree, per lo più protette, con un numero di individui esiguo. Le cause della riduzione di questa specie sono molteplici, ma quasi tutte riconducibili all'uomo: frammentazione dell'habitat naturale, bracconaggio (con conseguente commercio illegale), riduzione delle prede e popolazione umana in rapido aumento. Un esempio lampante è l'Isola di Sumatra che, in passato, era ricoperta per circa il 60% da foresta pluviale, oggi uno dei polmoni più verdi del pianeta si estende per circa un 30% del territorio dell'isola: qui sopravvivono le ultime Tigri dell'Indonesia. In quest'isola, come per gran parte dell'Arcipelago Indonesiano, ci sono state ampie deforestazioni: sono stati rimpiazzati gli alberi spontanei per far posto a piantagioni di Palma da olio e di Acacia (a scopo industriale); dall'altra parte il governo indonesiano sta combattendo contro questo fenomeno rinnovando la moratoria per fermare lo scempio, purtroppo questo non vale per le concessioni date in precedenza alle multinazionali, che riguardano il 70% di quello che rimane, tutto ciò a scapito di ambienti molto ricchi come le torbiere. Questo ecosistema si sta riducendo a vista d'occhio, circa 542mila ettari all'anno dal 1985 sono stati perduti: di conseguenza con la scomparsa delle aree forestali, le specie come le tigri, gli oranghi, gli elefanti e i rinoceronti precipitano nel baratro dell'estinzione.
Anche le altre cause concorrono, il bracconaggio è una delle maggiori; vengono uccise tigri per le loro parti (pelle, ossa, vibrisse, ecc.) che al mercato nero valgono circa 50mila dollari; la popolazione non è da meno, i villaggi si espandono, le coltivazioni pure, mettendo in stretta vicinanza uomo e animale, automaticamente, come succede in Italia per animali come Lupo e Orso, le tigri vengono viste come una minaccia e quindi ci si va pensante con le fucilate.
Nel complesso possiamo già registrare delle estinzioni di sottospecie di tigre come per esempio la Tigre di Giava (P.tigris sondaica), diffusa fino a tutto il XIX secolo, questa piccola tigre contava solo una dozzina di esemplari nel 1972, poi nel 1994 è stata dichiarata estinta; la Tigre del Mar Caspio (P.tigris virgata), presente in Turchia fino all'inizio degli anni '90: fino agli anni '80 se ne contavano circa 50 in tutta la Turchia, poi il bracconaggio ha fatto il resto, circa 8 tigri uccise ogni anno; la Tigre della Cina Meridionale (P.tigris amoyensis), considerata ancora presente ma in imminente pericolo di estinzione: in Cina ci sono delle politiche di conservazione molto severe per quanto riguarda tutte le specie che si trovano nella riserva naturale che si trova a cavallo del fiume Amur, ma a Sud non c'è tutta questa sensibilizzazione, inoltre durante il dominio di Mao Zedong le tigri furono dichiarate 'nocive' e quindi abbattute, da 4000 che erano ne rimasero 200 nel 1982; la Tigre di Bali (P.tigris balica), considerata la sottospecie più piccola, ma anche quella che è sparita per prima: fino al 1937, infatti, questa tigre popolava l'Isola di Bali, oggi oggetto di meta turistica balneare per molti. Chi è stato su quest'isola può non credere che in questo ambiente sia vissuta una tigre: un tempo questo posto (un isola di 5561 chilometri quadrati) era coperta da una lussureggiante foresta, in seguito la deforestazione a tappeto, l'aumento della popolazione (640 abitanti al km quadrato) e i 2159 hotel con connesse strutture balneari hanno reso l'Isola di Bali inospitale anche per un felide meglio adattabile come il Leopardo.

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