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martedì 15 ottobre 2013

Sapevate che il nostro stile alimentare può danneggiare l'ambiente?

Alcuni dati della FAO ci fanno capire com'è la situazione nel mondo: nel 2012 una persona su 8 era in condizioni di denutrizione cronica, 870 milioni di persone in totale ma 130 milioni di persone in meno rispetto a 20 anni fa; quest'ultimo dato è positivo, però non dobbiamo prendere sotto gamba la situazione perché se la fame è diminuita in Asia e in America Latina, è aumentata nell'Africa sub-sahariana.
Un'intervista della responsabile dell'Ufficio Gestione Risorse Naturali e Ambiente della FAO, Mathilde Iweins, ha messo in luce i problemi ancora esistenti da non sottovalutare. Secondo l'intervista, infatti, si prevede che entro il 2050 nel mondo saremo circa 9 miliardi di persone, pertanto la produzione globale di cibo dovrebbe aumentare del 60% rispetto ai livelli del 2005/2007.
Un fattore importante lo dà il cibo che viene perso o sprecato nel mondo, nel percorso dal campo alla tavola: intanto il cibo sprecato esercita un impatto enorme sulle risorse naturali che vengono sfruttate in modo esponenziale, ma poi con tutto quello che va perso si potrebbe sfamare un sacco di popolazioni sottosviluppate che oggi vivono in condizione di denutrizione, per esempio il grano sprecato nell'Africa sub sahariana potrebbe coprire le esigenze alimentari di circa 48 milioni di persone; quindi è importantissimo cercare di non sprecare cibo sia da parte dei produttori, sia da parte dei commercianti, sia da parte dei consumatori.
La FAO ha suggerito 80 buone pratiche lungo tutta la filiera per ridurre al minimo gli sprechi alimentari, che sono riassunte in un unico titolo 'riduci-riusa-ricicla-ripara': sono strategie che riguardano tutti i settori, dalla raccolta nei campi, fino all'oculatezza della spesa settimanale delle famiglie per ridurre gli avanzi.
E' inutile, dunque, ripetere come lo spreco del cibo va ad impattare anche l'ambiente: il cibo totale perso nel mondo all'anno è di circa 1,3 miliardi di tonnellate, un terzo di quello prodotto; l'impronta del cibo prodotto e non mangiato è di circa 3,3 miliardi di tonnellate di CO2, una quantità pari a più di due volte l'impronta del carbonio dei mezzi di trasporto su strada degli USA nel 2010; l'impronta dell'acqua blu sprecata (acque superficiali e sotterranee) è di 250 km3, pari a tre volte il volume del Lago Ginevra; infine il cibo non consumato occupa 1,4 miliardi di ettari di terra, circa il 30% delle aree agricole mondiali.

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