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martedì 12 novembre 2013

Il progetto più riuscito del secolo scorso è grazie a San Francesco

Il Lupo (Canis lupus) è una creatura davvero affascinante, il canide più grande del Pianeta e che ha sulle persone effetti contrastanti: è stato dipinto da molti scrittori di favole per bambini come 'cattivo', da molti è visto come una bestia feroce che non ha pietà nei confronti di nessuno, mentre poca gente lo considera un animale bellissimo, dalle spiccate doti predatorie e meritevole di protezione da parte della nostra società.
Fino anni '70 la leggenda del 'Lupo Cattivo' aveva portato quasi all'estinzione in Italia di questo splendido carnivoro che contava all'epoca poche centinaia di individui in tutto il Belpaese; il WWF prese a cuore la situazione grazie all'operazione 'San Francesco' che puntava a ripristinare l'areale del Lupo in Italia, soprattutto sugli Appennini e sulle Alpi: il progetto ebbe la collaborazione di molti Parchi Nazionali come quello di Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano. Con poche mosse necessarie si riuscì a riportare il Lupo che partendo dall'Appennino si diffuse a macchia d'olio fino alle Alpi Marittime e a tutto l'arco alpino.
Oggi si è ripreso tutto il territorio nazionale, infatti è presente in tutte le regioni alpine e in tutto l'Appennino, dall'Emilia Romagna fino all'Aspromonte.
Quindi un'operazione riuscita in tutto e per tutto nonostante le male lingue, ma che dire? Se parlava con San Francesco tanto cattivo non doveva essere.

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