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lunedì 5 agosto 2013

Predatori che spettacolo!!!

Spesso quando guardiamo dei documentari, gli animali che più ci affascinano sono i predatori; sviluppiamo un senso di attrazione per squali, tigri, leoni, coccodrilli ecc che non ha pari per nessun altra categoria di essere vivente, perché questo? Forse perché hanno armi micidiali e sviluppano delle strategie di caccia che noi non crediamo possibili per degli animali, ma invece la natura offre spettacoli che ci lasciano a bocca aperta.
L'evoluzione dei predatori è avvenuta in conseguenza all'evoluzione delle loro prede che nel corso dei milioni di anni hanno sviluppato armi di difesa per non essere mangiati (corna, zoccoli, veleni, spine ecc), a loro volta coloro che noi chiamiamo 'carnivori' hanno sviluppato armi di offesa (artigli, zanne, veleni ecc) e strategie di caccia; non ci vuole uno scienziato per classificare un animale come predatore, ma a volte usiamo il termine 'carnivoro' erroneamente: questo nome è relativo a un ordine di mammiferi che hanno determinate caratteristiche (felidi, canidi, ursidi, procionidi ecc) morfologiche e spesso non di dieta. E' vero che la maggior parte dei Carnivori si nutre di carne, pesce o invertebrati, ma ci sono specie di questo ordine che pur avendo le stesse caratteristiche morfologiche hanno una dieta onnivora o quasi del tutto vegetariana, vedi il Panda gigante, animale che fa parte della famiglia degli Ursidi ma che fa una dieta composta al 99% di bambù.
Un'altra particolarità dei predatori è la strategia di caccia, alcuni cacciano all'agguato, altri preferiscono la rincorsa, altri sono solitari, altri ancora cacciano in gruppo ed è proprio la distinzione fra animali solitari e quelli sociali la più affascinante: è meglio essere in compagnia oppure da soli? Se prendiamo i Felidi possiamo osservare che solamente il Leone caccia in gruppo, mentre tutti gli altri a cominciare dal gatto domestico cacciano da soli; la risposta sta nel mezzo come sempre: dipende dalle situazioni.
I leoni vivendo in branco hanno la possibilità di attaccare prede più grandi di loro come bufali, giraffe, zebre adulte ecc, con il presupposto però che la preda la devono dividere tra i membri del gruppo, quindi meno carne per il singolo anche se la preda è più grande, allo stesso tempo devono dividere anche la tana e il territorio, non è raro però che le leonesse caccino da solo animali più piccoli come lepri, gazzelle o piccoli di gnu. Il cacciatore solitario, invece, come il Leopardo caccia prede di dimensioni adeguate e quindi il cibo è tutto per sé o al massimo deve dividerlo con i cuccioli.
Il fatto del cibo però non è l'unica ragione che induce a vivere in gruppo, per esempio la Iena maculata vive in branchi composti anche da 80 individui ma il motivo è più per protezione del clan che per cacciare, infatti si dividono in piccoli gruppi massimo di 12 individui che si dividono le prede fra di loro: se andassero a procurarsi il cibo tutte e 80 le iene insieme, sarebbe controproducente, rischierebbero di fare tanta confusione per non prendere niente oppure dividere una preda in 80 parti, quindi pochissimo cibo per tutti e qualcuno rimarrebbe a bocca asciutta.
La maggior parte dei predatori del mondo, però, preferisce cacciare in solitudine e allo stesso tempo vivere in solitudine, trovando la compagnia solo per il periodo dell'accoppiamento, per il semplice fatto che 'chi fa da sé fa per tre', infatti resta più facile nascondersi dai nemici e quando si cattura una preda non c'è da dividerla con nessuno, un po' egoistico come discorso ma funzionale in natura.
Infine, una distinzione molto curiosa va fatta sui tipi di caccia in gruppo che differiscono da specie a specie: i leoni per esempio usano delle strategie particolari, ogni leonessa ha un ruolo come in una partita di calcio, c'è 'l'attaccante' che attacca la preda, le 'ali' che stringono al centro gli erbivori e infine 'il finalizzatore' che salta al collo della preda e dà il colpo di grazia; altri animali meno organizzati sono i Licaoni che vanno a caccia in 12-15 individui e iniziano a correre quando sono sempre a 100 metri dalla preda, correndo per un sacco di km a 55-65 km/h sfiancano gli erbivori che alla fine cede.
E' bello quindi notare come i predatori incarnano l'essenza della natura, diverse strategie di caccia e di comportamento che si sono evolute in milioni di anni.
Foto di www.superedo.it

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