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martedì 13 agosto 2013

L'inesorabile recessione dei ghiacciai

Ormai il riscaldamento globale è diventato una notizia quasi noiosa, ne sentiamo parlare da tantissimo tempo e non ci facciamo più caso. Interessante è osservare la situazione dei ghiacciai, non solo in Italia, ma anche nel mondo: le torri d'acqua d'Europa, per esempio, che forniscono acqua potabile, acqua irrigua ed energia idroelettrica sono sempre più a rischio.
Simile è la situazione nel Karakorum, nel Caucaso, nel'Hymalaya e nelle Ande; la banchisa artica e antartica (l'8 e l'86% della massa glaciale terrestre) si sta sciogliendo inesorabilmente, anche se questo è un aspetto più complesso.
Questi esempi testimoniano come il riscaldamento globale stia cambiando il nostro pianeta, cominciando proprio dagli ambienti di alta quota, ma i ghiacciai non muoiono, si ritirano lentamente prima di sparire; un esempio italiano è senz'altro il ghiacciaio sull'Ortles in Alto Adige: anni fa durante i mesi estivi nelle ore notturne la temperatura era così bassa che neve e acqua ghiacciavano all'istante, al giorno d'oggi, invece, oltre alle dimensioni ridotte del ghiacciaio è possibile notare delle pozze d'acqua sparse per il territorio; il permafrost si scioglie e la terra sembra scivolare, sudare e puzzare di putrefazione.
I ghiacciai sono importantissimi indicatori climatici, molto sensibili al cambiamento, che permettono lo studio della situazione climatica attuale e della sua evoluzione nel tempo, una sorta di banca dati che descrive fedelmente quello che è stato in passato e quello che è nel presente. Grazie a molti scienziati sono state fatte spedizioni sui più grandi ghiacciai del mondo, con misurazioni glaciologiche e fotografie, utili a comparare la situazione dei ghiacciai nel tempo e il confronto è davvero spaventoso.
Ghiacciaio Ortles; http://www.altarezianews.it

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