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martedì 14 gennaio 2014

La riforma da fermare!!!

Nel 1991 avvenne una delle più grandi vittorie ambientaliste del secolo, ovvero l'esecuzione della legge quadro 394 sulle Aree Protette e i Parco Nazionali. Questo avvenimento segnò una delle pagine più importanti della conservazione italiana. Oggi, nel 2014, l'idea è di riformarla, ma come? Certo, siamo in Italia quindi perché non un qualcosa che renda i Parchi Nazionali fonte di lucro per alcuni settori industriali o per lobby politiche? Ebbene, dalle ultime proposte sembra che nella Giunta del Parco si voglia concentrare il potere nelle mani dell'agricoltura, per far sì che i territori protetti fungano da nuove terre da coltivare in modo estremo. Da sempre conservazione e agricoltura convivono in modo pacifico e proficuo per entrambi, in quanto una pratica agricola fatta in modo sostenibile può anche giovare ad un Parco Nazionale, vuoi per un discorso di prodotti locali, vuoi per mantenere le tradizioni del posto, ma da questo al punto di coltivare in modo intensivo qualsiasi area del Parco ad ogni livello c'è un abisso; allora perché non invitare nella Giunta anche i rappresentanti degli Hotel o dei commercianti? Sicuramente il loro interesse coincide con quello del Parco, in quanto ad una buona conservazione naturale si abbina più turismo.
Ma non è tutto perché l'ultima trovata sta nel rendere disponibile una parte di area protetta alla costruzione di capannoni industriali e qui il discorso si commenta da solo, ma dove vogliamo andare a parare?
Per fortuna, le maggiori associazioni ambientaliste italiane fra cui WWF, LIPU, FAI, Wilderness Italia ecc. stanno combattendo strenuamente per non far passare questa proposta.

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