Il continuo cambiamento climatico e l'innalzamento delle temperature stanno mettendo a serio rischio molti habitat naturali che dipendono fortemente dal clima e dalle precipitazioni come le montagne. In questi ecosistemi vivono un sacco di specie animali e vegetali sensibilissimi al minimo cambiamento ambientale: Pernice bianca, Arvicola delle nevi, Ululone dal ventre giallo, Stella alpina e Abete bianco sono solo alcune di queste specie.
Le pernici e le arvicole sono giunte alle nostre latitudini durante l'ultima glaciazione seguendo l'avanzamento dei ghiacciai, in seguito con lo scioglimento dei ghiacci queste 2 specie hanno trovato rifugio in alta montagna, in un habitat che gli consente di vivere a determinate condizioni. Il cambiamento minimo di queste condizioni può minare seriamente alla loro sopravvivenza, tant'è che sia le pernici sia le arvicole sono in pericolo.
Lo stesso per quanto riguarda l'Abete bianco che nelle foreste fresche dell'Appennino e delle Alpi trova le ultime roccaforti dove sopravvivere e con esso tutte quelle specie che dipendono dai suoi boschi, come per esempio il Picchio nero.
Anche l'innalzamento delle acque marine dipende fortemente dall'aumento delle temperature e questo minaccia molti habitat retrodunali come lagune e paludi salmastre che a causa dell'arretramento della linea di costa rischiano di scomparire.
I processi evolutivi nella storia della Terra hanno portato a 5 estinzioni di massa per cause naturali producendo risultati dal punto di vista evolutivo, portando la fauna e la flora terrestre attuale; ma, mentre gli animali e le piante sono sempre riusciti a superare momenti critici grazie all'evoluzione e all'adattamento, noi con il nostro stile di vita, adagiato dalle tecnologie e dai vizi, riusciremo ad evolverci?
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domenica 23 marzo 2014
giovedì 6 marzo 2014
Le zone umide
Fra gli ecosistemi naturali più preziosi per biodiversità e paesaggio sicuramente le zone umide sono al primo posto: comprendono habitat davvero unici come boschi igrofili, laghi retro-dunali, paludi, lagune e torbiere per citare quelli che saltano prima all'occhio, ma non scordiamoci degli habitat umidi più piccoli come lavatoi e piccole pozze d'acqua.
La biodiversità di questi luoghi è davvero incredibile sia per quanto riguarda la flora, sia per quanto riguarda la fauna; i boschi igrofili di Frassino ossifillo, Ontano nero, Farnia e alcune specie di Pioppo (per citarne alcuni) danno all'occhio umano un paesaggio suggestivo e quasi fiabesco in quanto ciò che si para davanti a noi è un bosco allagato; le paludi con i classici canneti fatti da Cannuccia di palude, Fragmite e Falasco offrono riparo a numerose specie di uccelli che usano questi habitat per nidificare e per nascondersi; ma anche pozze d'acqua, piccoli stagni e lavatoi sono importanti, la vegetazione che si forma è molto utile per molte categorie di animali che la usano per deporre le uova come gli anfibi che le attaccano a piante subacquee o in posti riparati dalla vegetazione acquatica. Inoltre, le zone umide sono considerate gli "autogrill" per eccellenza degli uccelli migratori che percorrono rotte davvero lunghe e faticose, alcuni arrivano dal Nord Europa, altri dall'Africa e hanno bisogno di habitat ideali dove fermarsi, recuperare le forze, sfruttarne le risorse e perché no, magari trovare un luogo adatto alla nidificazione o allo svernamento.
Ma quali specie animali e vegetali si possono trovare nelle zone umide? Rimanendo in tema, l'avifauna è la parte più rilevante a livello mediatico, in quanto anche le principali misure di conservazione sono in ottica di salvaguardia degli uccelli migratori. Fra le categorie più importanti di volatidi sono da citare ovviamente gli Anatidi come il Germano reale, il Moriglione, il Mestolone, l'Alzavola, il Codone, la Canapiglia e tanti altri; poi gli Ardeidi con i più conosciuti Airone cenerino, Garzetta, Airone bianco maggiore e i più rari Tarabuso e Airone rosso; i trampolieri e i limicoli come il bellissimo Cavaliere d'Italia, il Chiurlo, la Pettegola, il Fratino, il Corriere grosso ecc; fra i predatori ricordiamo il Falco di palude, la Poiana, la rarissima Aquila anatraia maggiore e dove è presente il Falco pescatore. In un habitat umido, però, ci sono tutta un'altra serie di specie animali che troviamo come gli anfibi, ottimi bio-indicatori in quanto molto delicati e esigenti in termini di bontà di habitat. Qualche esempio: la Raganella, il Rospo comune, il Rospo smeraldino, il Tritone alpestre, la Salamandra pezzata, la Salamandra nera, la Salamandrina perspicillata, il Geotritone italico e tantissimi altri.
La vegetazione e la flora sono, invece, la parte più importante: se non ci fossero non si potrebbero mantenere le zone umide. Citiamo qualche esempio di specie che si possono trovare in un habitat umido: la Menta acquatica, la bellissima Ninfea, alcune piante carnivore come il genere Pinguicola e Drosera, il Ranunculus repens, l'Ibisco di palude senza contare le specie arboree e le specie di canneto che abbiamo citato sopra.
Da qui si evince che le zone umide sono scrigni di biodiversità da conservare perché grazie ad esse numerose specie animali e vegetali trovano rifugio e possono sopravvivere, pertanto è importante la Convenzione di Ramsar (il nome deriva dalla cittadina Iraniana dove fu tenuta nel 1971) che è il principale trattato che regola la conservazione delle zone umide, insieme alla Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli; l'Italia annovera ben 52 siti Ramsar co un totale di 60.223 ettari.
La biodiversità di questi luoghi è davvero incredibile sia per quanto riguarda la flora, sia per quanto riguarda la fauna; i boschi igrofili di Frassino ossifillo, Ontano nero, Farnia e alcune specie di Pioppo (per citarne alcuni) danno all'occhio umano un paesaggio suggestivo e quasi fiabesco in quanto ciò che si para davanti a noi è un bosco allagato; le paludi con i classici canneti fatti da Cannuccia di palude, Fragmite e Falasco offrono riparo a numerose specie di uccelli che usano questi habitat per nidificare e per nascondersi; ma anche pozze d'acqua, piccoli stagni e lavatoi sono importanti, la vegetazione che si forma è molto utile per molte categorie di animali che la usano per deporre le uova come gli anfibi che le attaccano a piante subacquee o in posti riparati dalla vegetazione acquatica. Inoltre, le zone umide sono considerate gli "autogrill" per eccellenza degli uccelli migratori che percorrono rotte davvero lunghe e faticose, alcuni arrivano dal Nord Europa, altri dall'Africa e hanno bisogno di habitat ideali dove fermarsi, recuperare le forze, sfruttarne le risorse e perché no, magari trovare un luogo adatto alla nidificazione o allo svernamento.
Ma quali specie animali e vegetali si possono trovare nelle zone umide? Rimanendo in tema, l'avifauna è la parte più rilevante a livello mediatico, in quanto anche le principali misure di conservazione sono in ottica di salvaguardia degli uccelli migratori. Fra le categorie più importanti di volatidi sono da citare ovviamente gli Anatidi come il Germano reale, il Moriglione, il Mestolone, l'Alzavola, il Codone, la Canapiglia e tanti altri; poi gli Ardeidi con i più conosciuti Airone cenerino, Garzetta, Airone bianco maggiore e i più rari Tarabuso e Airone rosso; i trampolieri e i limicoli come il bellissimo Cavaliere d'Italia, il Chiurlo, la Pettegola, il Fratino, il Corriere grosso ecc; fra i predatori ricordiamo il Falco di palude, la Poiana, la rarissima Aquila anatraia maggiore e dove è presente il Falco pescatore. In un habitat umido, però, ci sono tutta un'altra serie di specie animali che troviamo come gli anfibi, ottimi bio-indicatori in quanto molto delicati e esigenti in termini di bontà di habitat. Qualche esempio: la Raganella, il Rospo comune, il Rospo smeraldino, il Tritone alpestre, la Salamandra pezzata, la Salamandra nera, la Salamandrina perspicillata, il Geotritone italico e tantissimi altri.
La vegetazione e la flora sono, invece, la parte più importante: se non ci fossero non si potrebbero mantenere le zone umide. Citiamo qualche esempio di specie che si possono trovare in un habitat umido: la Menta acquatica, la bellissima Ninfea, alcune piante carnivore come il genere Pinguicola e Drosera, il Ranunculus repens, l'Ibisco di palude senza contare le specie arboree e le specie di canneto che abbiamo citato sopra.
Da qui si evince che le zone umide sono scrigni di biodiversità da conservare perché grazie ad esse numerose specie animali e vegetali trovano rifugio e possono sopravvivere, pertanto è importante la Convenzione di Ramsar (il nome deriva dalla cittadina Iraniana dove fu tenuta nel 1971) che è il principale trattato che regola la conservazione delle zone umide, insieme alla Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli; l'Italia annovera ben 52 siti Ramsar co un totale di 60.223 ettari.
domenica 23 febbraio 2014
La conservazione degli habitat dunali con l'impegno di tutti-La Giornata del Fratino WWF
Domenica scorsa (16-02) c'è stata come tutti gli anni la Giornata del Fratino, alla 6^ edizione (Memorial Raimondo Stiassi); il tutto è avvenuto a Marina di Bibbona (LI) con la pulizia dell'arenile del Gineprino per 2km di spiaggia fino a Bolgheri.
L'evento organizzato dal WWF ha richiamato l'attenzione di numerosissime persone e volontari, famiglie con bambini e molte associazioni della zona fra cui OTP (Operazione Territorio Pulito di Cecina), il Corpo Forestale dello Stato, il Gruppo Botanico del Museo di Scienze Naturali di Livorno, alcuni volontari del Museo di Scienze Naturali di Rosignano Solvay, noi di Wip Radio e moltissime altre.
Rispetto all'anno scorso la partecipazione è stata molto numerosa con la soddisfazione del WWF Toscana impersonato dal Presidente stesso Marcello Demi.
Gli arenili sono degli ecosistemi molto delicati e a rischio nel nostro Paese in quanto sono vittima di molti abusi e mancanze di rispetto; ogni anno il turismo non sostenibile invade le spiagge e gli habitat dunali di tutta Italia distruggendone la flora e le caratteristiche, lasciando rifiuti in giro e non solo; inoltre, da sottolineare l'abuso delle strutture balneari che ogni anno sottraggono al nostro Bel Paese ettari di spiaggia per creare nuovi stabilimenti o aggiungere altri ombrelloni per un buisness che sta sempre di più distruggendo questi habitat.
Dobbiamo pensare che gli habitat dunali sono degli scrigni di biodiversità perché ospitano tutte quelle specie floristiche che amano la sabbia (psammofile, psammos in greco vuol dire sabbia), pertanto troviamo un sacco di piantine che fanno di questi luoghi la propria casa come per esempio la Santolina delle spiagge, il Giglio di mare, il Fiordaliso di mare, l'Ammophila arenaria e così via; per non contare che offrono rifugio ad una grande quantità di fauna soprattutto uccelli come i limicoli che ogni anno arrivano dall'Africa e sfruttano l'ambiente dunale per nidificare come per esempio il Fratino che nidifica proprio sulla spiaggia, a volte sotto un piccolo cespuglio ma a volte anche in mezzo alle dune senza protezione vegetale e come lui altre specie come il Corriere grosso, il Corriere Piccolo, il Voltapietre, il Piro piro e tanti altri.
Questi ambienti sono protetti da una direttiva europea chiamata Direttiva Habitat del 1991 che include negli allegati sia il tipo di habitat sia le specie che vi abitano, considerandole degne di protezione: basta, infatti, la presenza di almeno una specie di quelle presenti in un habitat dunale per segnare il sito come Sic (Sito di importanza comunitaria) ed eventualmente in seguito trasformato in ZPS (Zona di Protezione Speciale) che entra a far parte della rete Natura 2000 europea.
Eventi come quello della Giornata del Fratino aiutano a sensibilizzare le persone su questi argomenti e a far sentire responsabili tutti del futuro della nostra natura, perché anche noi, nel nostro piccolo, raccogliendo una cartaccia o un pezzo di plastica possiamo fare qualcosa.
Comunque rispetto all'anno scorso sono stati raccolti molti meno rifiuti, circa 14 quintali fra cui da registrare alcune boe, degli pneumatici, un frigorifero e altre schifezze lasciate sulla spiaggia.
Per chi volesse rivivere la Giornata del Fratino può ascoltare il podcast in alto sul blog o cercare la trasmissione su www.wipradio.it: durante la puntata sono state numerose le interviste fra cui un membro dell'OTP, il Presidente del WWF Toscana Marcello Demi e l'ex Direttore dell'Oasi WWF Padule di Bolgheri Paolo Politi, in più anche un contributo speciale sugli ambienti dunali a cura del Dottor Ugo Macchia, esperto di questi ecosistemi.
L'evento organizzato dal WWF ha richiamato l'attenzione di numerosissime persone e volontari, famiglie con bambini e molte associazioni della zona fra cui OTP (Operazione Territorio Pulito di Cecina), il Corpo Forestale dello Stato, il Gruppo Botanico del Museo di Scienze Naturali di Livorno, alcuni volontari del Museo di Scienze Naturali di Rosignano Solvay, noi di Wip Radio e moltissime altre.
Rispetto all'anno scorso la partecipazione è stata molto numerosa con la soddisfazione del WWF Toscana impersonato dal Presidente stesso Marcello Demi.
Gli arenili sono degli ecosistemi molto delicati e a rischio nel nostro Paese in quanto sono vittima di molti abusi e mancanze di rispetto; ogni anno il turismo non sostenibile invade le spiagge e gli habitat dunali di tutta Italia distruggendone la flora e le caratteristiche, lasciando rifiuti in giro e non solo; inoltre, da sottolineare l'abuso delle strutture balneari che ogni anno sottraggono al nostro Bel Paese ettari di spiaggia per creare nuovi stabilimenti o aggiungere altri ombrelloni per un buisness che sta sempre di più distruggendo questi habitat.
Dobbiamo pensare che gli habitat dunali sono degli scrigni di biodiversità perché ospitano tutte quelle specie floristiche che amano la sabbia (psammofile, psammos in greco vuol dire sabbia), pertanto troviamo un sacco di piantine che fanno di questi luoghi la propria casa come per esempio la Santolina delle spiagge, il Giglio di mare, il Fiordaliso di mare, l'Ammophila arenaria e così via; per non contare che offrono rifugio ad una grande quantità di fauna soprattutto uccelli come i limicoli che ogni anno arrivano dall'Africa e sfruttano l'ambiente dunale per nidificare come per esempio il Fratino che nidifica proprio sulla spiaggia, a volte sotto un piccolo cespuglio ma a volte anche in mezzo alle dune senza protezione vegetale e come lui altre specie come il Corriere grosso, il Corriere Piccolo, il Voltapietre, il Piro piro e tanti altri.
Questi ambienti sono protetti da una direttiva europea chiamata Direttiva Habitat del 1991 che include negli allegati sia il tipo di habitat sia le specie che vi abitano, considerandole degne di protezione: basta, infatti, la presenza di almeno una specie di quelle presenti in un habitat dunale per segnare il sito come Sic (Sito di importanza comunitaria) ed eventualmente in seguito trasformato in ZPS (Zona di Protezione Speciale) che entra a far parte della rete Natura 2000 europea.
Eventi come quello della Giornata del Fratino aiutano a sensibilizzare le persone su questi argomenti e a far sentire responsabili tutti del futuro della nostra natura, perché anche noi, nel nostro piccolo, raccogliendo una cartaccia o un pezzo di plastica possiamo fare qualcosa.
Comunque rispetto all'anno scorso sono stati raccolti molti meno rifiuti, circa 14 quintali fra cui da registrare alcune boe, degli pneumatici, un frigorifero e altre schifezze lasciate sulla spiaggia.
Per chi volesse rivivere la Giornata del Fratino può ascoltare il podcast in alto sul blog o cercare la trasmissione su www.wipradio.it: durante la puntata sono state numerose le interviste fra cui un membro dell'OTP, il Presidente del WWF Toscana Marcello Demi e l'ex Direttore dell'Oasi WWF Padule di Bolgheri Paolo Politi, in più anche un contributo speciale sugli ambienti dunali a cura del Dottor Ugo Macchia, esperto di questi ecosistemi.
domenica 9 febbraio 2014
VI memorial Raimondo Stiassi, la giornata del Fratino.
DOMENICA 16 febbraio 2014
Come lo scorso anno, WiP Radio è molto felice di poter partecipare alla Giornata dedicata al Fratino, una specie protetta di uccello trampoliere che vive e nidifica vicino al mare e subisce le forti pressioni dovute, soprattutto, all’urbanizzazione e al turismo. Il WWF ci offre così l’occasione di partecipare attivamente alla salvaguardia del Fratino, che costituisce quindi l’emblema dello stato di salute delle nostre spiagge. Noi ci siamo, e tu?
Il WWF Sezione Regionale Toscana, il Comitato WWF Val di Cornia e la Tenuta San Guido, in collaborazione l’A.S.Bi. (Azienda Speciale Bibbona), ASIU, i cittadini OTP di Cecina e Vada, la partecipazione di WIP Radio, il patrocinio del Comune di Bibbona e del Comune di Castagneto Carducci e l’apprezzamento del CFS-UTB di Cecina,
invitano a partecipare alla “Giornata del fratino – 6° Memorial Raimondo Stiassi”!
L’iniziativa è aperta ai soci ed ai simpatizzanti WWF, alle associazioni di volontariato, a tutti i cittadini che intendono dare il loro contributo concreto alla tutela dell’ambiente, nell’arco di una giornata dedicata alla pulizia degli arenili naturali dell’Oasi WWF Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri, dell’Oasi Dunale del Gineprino, istituita dal Comune di Bibbona ed intitolata alla memoria di Raimondo Stiassi, e dell’Oasi Dunale Camilla, istituita dal Comune di Castagneto Carducci.
PROGRAMMA
h. 8:30 - ritrovo presso il parcheggio del Gineprino a Marina di Bibbona (al termine di Via dei Platani); (i ritardatari potranno raggiungere il punto informativo della iniziativa ubicato al termine del sentiero pedonale che conduce alla spiaggia del Gineprino).
h. 9:00 – 13:00 Pulizia spiaggia dal Gineprino fino al Renaione (confine sud dell’Oasi WWF Padule di Bolgheri). I guanti ed i sacchi saranno forniti da ASIU.
h. 13:30 – 14:30 Pranzo al sacco autonomo. Uno spuntino campagnolo/vegetariano sarà offerto daASBI, con vini offerti della Tenuta San Guido, al punto di ritrovo sulla spiaggia del Gineprino.
N.B. nell’ottica di una produzione “zero rifiuti” (NO WASTE), si invitano i partecipanti a portare con sé bicchiere, tovagliolo, stoviglie e piatto (non usa e getta).
h. 14:30 – 15:00 – Trasferimento all’Oasi WWF Padule di Bolgheri
h. 15:00 – 17:00 – Visita guidata gratuita all’Oasi (solo per i volontari che hanno partecipato alla iniziativa) a cura della Tenuta San Guido.
Non possono essere portati cani o altri animali.
Sarà una giornata all’insegna del volontariato, dello stare insieme e del “prendersi cura” di un luogo speciale.
Per motivi organizzativi si richiede la conferma della propria partecipazione entro venerdì 14 febbraio, all’indirizzo e.mail alcedopaolo@teletu.it cell. 334-7584832 (Paolo Maria Politi – Tenuta San Guido)
sabato 8 febbraio 2014
Adesso anche il veleno!!
Sono 35.000 gli Elefanti africani rimasti in tutto il mondo, un numero che sembra grande, ma se rapportato alle dimensioni di un uomo possiamo vedere che riempie al massimo uno dei nostri stadi di calcio.
Ogni anno muoiono tantissimi Elefanti per i soliti motivi: avorio, avorio e avorio.... I governi africani hanno messo in atto, con l'ausilio delle associazioni ambientaliste mondiali, dei veri e propri eserciti di persone addestrate a contrastare il bracconaggio.
Ma tutto questo non basta, i bracconieri sono sempre un metro avanti con nuove armi e nuove strategie per soddisfare le richieste di ricchi signori asiatici che pensano ai loro capricci economici per sovvenzionare guerre, rivolte e azioni criminali.
L'ultima trovata dei bracconieri è il veleno: un arma silenziosa e sempre efficace; vengono avvelenate le pozze d'acqua e cibo (lasciato lungo i sentieri degli Elefanti), in questo modo soprattutto vicino all'acqua sono state trovate ingenti stragi, ma non solo di Elefanti: Zebre, Antilopi, Gnu, Giraffe, Rinoceronti, Leoni, Leopardi, Ghepardi, Avvoltoi ecc. muoiono fra atroci sofferenze.
I governi africani hanno partorito una nuova strategia di difesa, cioè un microcip che viene inserito nei corni, per adesso solo dei rinoceronti; questo dispositivo dovrebbe suonare negli aeroporti durante il controllo dei bagagli, speriamo che funzioni. In ogni caso, per ogni stratagemma si possa trovare finché non cesserà la domanda di avorio da parte dei magnati asiatici il problema persisterà sempre.
Ogni anno muoiono tantissimi Elefanti per i soliti motivi: avorio, avorio e avorio.... I governi africani hanno messo in atto, con l'ausilio delle associazioni ambientaliste mondiali, dei veri e propri eserciti di persone addestrate a contrastare il bracconaggio.
Ma tutto questo non basta, i bracconieri sono sempre un metro avanti con nuove armi e nuove strategie per soddisfare le richieste di ricchi signori asiatici che pensano ai loro capricci economici per sovvenzionare guerre, rivolte e azioni criminali.
L'ultima trovata dei bracconieri è il veleno: un arma silenziosa e sempre efficace; vengono avvelenate le pozze d'acqua e cibo (lasciato lungo i sentieri degli Elefanti), in questo modo soprattutto vicino all'acqua sono state trovate ingenti stragi, ma non solo di Elefanti: Zebre, Antilopi, Gnu, Giraffe, Rinoceronti, Leoni, Leopardi, Ghepardi, Avvoltoi ecc. muoiono fra atroci sofferenze.
I governi africani hanno partorito una nuova strategia di difesa, cioè un microcip che viene inserito nei corni, per adesso solo dei rinoceronti; questo dispositivo dovrebbe suonare negli aeroporti durante il controllo dei bagagli, speriamo che funzioni. In ogni caso, per ogni stratagemma si possa trovare finché non cesserà la domanda di avorio da parte dei magnati asiatici il problema persisterà sempre.
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domenica 26 gennaio 2014
Premio EBN italia all'Oasi WWF del Lago di Campolattaro.
L'Oasi WWF del Lago di Campolattaro (Benevento) vince l'edizione 2013 del premio EBN Italia come Oasi più bella per il birdwatching. Sito di importanza comunitaria (Sic) e Zona a Protezione Speciale (ZPS) succede nell'albo d'oro all'Oasi WWF Lago di Conza del 2012 (Campania), all'Oasi WWF Orti-Bottagone nel 2011 (Toscana) e all'Oasi WWF Le Cesine nel 2010 (Puglia).
Questa Oasi tutela un territorio molto diversificato per qualità ambientale, infatti è presente una piana alluvionale naturale sulla quale è stato creato uno sbarramento sul fiume Tammaro; qui è presente un bosco igrofilo che ospita una garzaia con moltissime specie: Nitticora, Garzetta, e Cormorano, in particolare quest'ultimo annovera una delle popolazione più numerose della Campania. Inoltre c'è un Centro Visite con dei laboratori per l'educazione ambientale dei bambini e un percorso natura con due capanni per l'osservazione. L'area è ottima per quanto riguarda la migrazione di alcune specie molto rare in Italia come la Gru, il Falco cuculo e l'Albanella minore.
Congratulazioni all'Oasi WWF e alla Campania!!!
Questa Oasi tutela un territorio molto diversificato per qualità ambientale, infatti è presente una piana alluvionale naturale sulla quale è stato creato uno sbarramento sul fiume Tammaro; qui è presente un bosco igrofilo che ospita una garzaia con moltissime specie: Nitticora, Garzetta, e Cormorano, in particolare quest'ultimo annovera una delle popolazione più numerose della Campania. Inoltre c'è un Centro Visite con dei laboratori per l'educazione ambientale dei bambini e un percorso natura con due capanni per l'osservazione. L'area è ottima per quanto riguarda la migrazione di alcune specie molto rare in Italia come la Gru, il Falco cuculo e l'Albanella minore.
Congratulazioni all'Oasi WWF e alla Campania!!!
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martedì 14 gennaio 2014
La riforma da fermare!!!
Nel 1991 avvenne una delle più grandi vittorie ambientaliste del secolo, ovvero l'esecuzione della legge quadro 394 sulle Aree Protette e i Parco Nazionali. Questo avvenimento segnò una delle pagine più importanti della conservazione italiana. Oggi, nel 2014, l'idea è di riformarla, ma come? Certo, siamo in Italia quindi perché non un qualcosa che renda i Parchi Nazionali fonte di lucro per alcuni settori industriali o per lobby politiche? Ebbene, dalle ultime proposte sembra che nella Giunta del Parco si voglia concentrare il potere nelle mani dell'agricoltura, per far sì che i territori protetti fungano da nuove terre da coltivare in modo estremo. Da sempre conservazione e agricoltura convivono in modo pacifico e proficuo per entrambi, in quanto una pratica agricola fatta in modo sostenibile può anche giovare ad un Parco Nazionale, vuoi per un discorso di prodotti locali, vuoi per mantenere le tradizioni del posto, ma da questo al punto di coltivare in modo intensivo qualsiasi area del Parco ad ogni livello c'è un abisso; allora perché non invitare nella Giunta anche i rappresentanti degli Hotel o dei commercianti? Sicuramente il loro interesse coincide con quello del Parco, in quanto ad una buona conservazione naturale si abbina più turismo.
Ma non è tutto perché l'ultima trovata sta nel rendere disponibile una parte di area protetta alla costruzione di capannoni industriali e qui il discorso si commenta da solo, ma dove vogliamo andare a parare?
Per fortuna, le maggiori associazioni ambientaliste italiane fra cui WWF, LIPU, FAI, Wilderness Italia ecc. stanno combattendo strenuamente per non far passare questa proposta.
Ma non è tutto perché l'ultima trovata sta nel rendere disponibile una parte di area protetta alla costruzione di capannoni industriali e qui il discorso si commenta da solo, ma dove vogliamo andare a parare?
Per fortuna, le maggiori associazioni ambientaliste italiane fra cui WWF, LIPU, FAI, Wilderness Italia ecc. stanno combattendo strenuamente per non far passare questa proposta.
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